SEX AND THE CITY
 

recensione: sex and the city

 
A quattro anni di distanza dalla fine della fortunata e imitata serie della HBO, “Sex And The City” sbarca al cinema. Le ragazze sono tornate, come recita la locandina del film, a raccontare le loro storie di amore (soprattutto) e sesso, attraverso quel mix d’ironia, sincerità e freschezza che ha reso questo serial uno dei più grandi successi televisivi degli ultimi quindici anni. La storia riprende proprio ai giorni nostri, con le amiche intente a trovare ciascuna il proprio personale equilibrio, e a barcamenarsi tra tutti i cambiamenti che il tempo passato ha portato nelle loro vite: Carrie (Sarah Jessica Parker) è ormai una scrittrice affermata, ed è maturata abbastanza da riuscire ad avere per la prima volta un rapporto più stabile con Mr. Big; Samantha (Kim Cattrall), la single per eccellenza è finalmente – felicemente? – imbrigliata  
 
in un’unica e fissa relazione amorosa; Miranda (Cynthia Nixon) sta imparando a gestire la sua difficile condizione di moglie e madre in carriera; infine la romantica Charlotte (Kristin Davis), che giunta a patti con la Vita è felice del suo matrimonio. Le aspettative per questo film erano alte, e visti soprattutto certi analoghi e deprecabili tentativi di trasposizione dal piccolo al grande schermo (“Starsky & Hutch”, "Hazzard",  
“Vita da strega”), si può dire che sono state mantenute quasi del tutto. Se la serie parlava della ricerca dell’amore, il film racconta di quello che succede dopo averlo trovato, quando si cerca di far correre la propria strada fianco a fianco con quella dell’uomo amato, avendo salde quelle certezze che negli anni sono rimaste a noi vicine: le amiche. Cosa significa davvero ‘e vissero felici e contenti’? Questa è la chiave di tutto il film, che sintetizza i pensieri e le vicende delle protagoniste, ognuna alla ricerca, in qualche modo, del proprio finale da fiaba. “Sex And The City” sgambetta per due ore e mezzo – troppo lungo, questa la pecca più grande, e con una parte centrale che poteva essere facilmente snellita – su vertiginosi tacchi 12, sullo sfondo dell’amata, frenetica, colorata e incasinata New York, perfetto alter ego delle quattro protagoniste. Menzione d’onore per l’ideatrice dei costumi Patricia Field, che portando per sei anni il mondo della moda negli armadi dei personaggi è tornata in occasione del film per (ri)creare quello stile unico, personale e assolutamente glamour che ha contribuito a rendere la serie il vero ‘cult’ degli ultimi anni. Gli uomini, il sesso, l’amicizia femminile, un’ironia tagliente e senza peli sulla lingua, accompagnati da un buon Cosmopolitan e un paio di sandali Manolo Blahnik: attenzione, le ragazze sono tornate.

(di Giulia Mazza )


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