SEPTEMBER
 

recensione September

 
Il soggetto del film “September”, inserito nella Sezione “Alice nella Città” in concorso alla festa del Cinema di Roma, è stato presentato al Tropfest Feature Program dal regista Peter Carstairis, dopo aver ottenuto il massimo del riconoscimento per il suo corto “Pacific” arrivato in finale al Sony Tropfest 2006. Il film è ambientato in Australia nel 1968 e narra il rapporto d’amicizia tra due coetanei, Ed (Xavier Samuel) e l’aborigeno Paddy (Clarence John Ryan). I due ragazzi si conoscono sin da bambini, e vivono a poche centinaia di metri di distanza nelle loro rispettive case. Anche se condividono insieme sogni, giochi e prime esperienze, il loro rapporto rischia di incrinarsi a causa della differente appartenza sociale. La situazione politica nell’Australia di quegli anni favorisce la forte discriminazione nei confronti degli  
 
aborigeni, etnia minoritaria tenuta ai margini della vita comunitaria australiana. La drammaticità dell’argomento è resa pacata dai dialoghi diluiti nei silenzi espressivi, dalla luminosità delle immagini che presentano distese immense di grano sotto un cielo di un azzurro inebriante. La lentezza delle scene è studiata ad arte, e rende più esplicito il problema dei pregiudizi e delle discriminazioni, elementi che sostengono  
politiche governative che non riconoscono ai gruppi minoritari diritti civili e sociali. L’amicizia tra Ed e Paddy, ma anche quella tra i loro rispettivi padri, non basta a superare il consenso sociale negativo che ostacola ogni possibilità per gli aborigeni di percepire un regolare salario, di frequentare la scuola come tutti i ragazzi australiani “bianchi” e di avere una vita nel rispetto della dignità. “September” si propone in modo convincente. E sotto il profilo di forte denuncia, va dato giusto merito alla regia, nella resa di una narrazione che scorre senza mai cadere in vuoti di scena, supportata anche da note di autentica poeticità. Se i cineasti australiani amano girare la maggior parte delle scene dei loro film rappresentando le bellezze del loro territorio, Carstairis non è da meno. In questo suo ultimo film la fotografia è spiazzante e viene voglia di andare a visitare l’immensità e le bellezze naturali della terra australiana.


(recensione di Rosalinda Gaudiano )


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