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recensione segnali dal futuro
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Se hai perso tua moglie in un incendio, se ti ha lasciato un figlio da crescere, se vivi in una grande casa vittoriana nel mezzo di un bosco: una casa comprata con lei, che avresti ristrutturato con lei e che con lei avresti potuto vivere. Se ti chiami John Koestler (Nicolas Cage) insomma, scoprire che in un messaggio vecchio di cinquant'anni è nascosto un sottile mistero matematico in grado di svelare la data della fine del mondo, potrebbe essere tutto sommato l'ultimo dei tuoi problemi. Lasceresti correre, se solo l'annuncio di un tale catastrofico evento non coinvolgesse, oltre al resto dell'umanità, anche Kaleb (Chandler Canterbury), tuo figlio. Saresti disposto a tentare il tutto per salvarlo? Lo spirito di sacrificio di un padre che cerca disperatamente di risolvere un non-così-intricato-ma-terrorizzante enigma per il bene del suo bambino - e già che |
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ci si trova dell'umanità - è il
motivo portante di "Segnali dal futuro": un thriller psicologico vestito di fantascientifico che forse non passerà inosservato, nonostante tutte le remore sul genere e sulla quasi monoespressività scamarciesca di Nicolas Cage. Alex Proyas, assoldato per quest'ultima fatica dalla Eagle Pictures e già apprezzato per "Il Corvo" - nel lontano 1994 - e per il più recente "Io Robot", è |
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stato in grado di calibrare in un piacevole equilibro tensione psicologica e spettacolarità visiva, restituendo una pellicola non scontata, sicuramente godibile, ma che forse risente di un paio di cadute di stile in pieno condimento spielbergheriano: ebbene sì, quando tutto sembra elettrizzante e angoscioso al punto giusto, quando si è lì lì per pensare che forse c'è ancora chi combatte per svecchiare e restituire dignità alla science-fiction, piombano Loro circonfusi di gloriose luci intermittenti sulle loro maestose arche interstellari. Fatta la frittata. Comunque per farsi coinvolgere basta poco, merito soprattutto, per chiunque apprezzi tutto ciò che in una sala cinematografica con un degno sorround faccia "boom", del forte impatto visivo di alcune sequenze. Spettacolarità apocalittica resa ancora più marcata dall'ineluttabilità di un fato indubbiamente tracciato e di cui solo John sembra comprenderne i progetti. Se a questo si aggiungono thrilling moments di sicura tensione - la carta di bambini incomprensibilmente ossessionati ultimamente va per la maggiore - il risultato è apprezzabile. Apprezzabile come il cast che, tranne il premio oscar Nicolas Cage e Chandler Canterbury - Benjamin Button a otto anni - colleziona una rosa di piccole e grandi stelle australiane: nessuna purtroppo particolarmente brillante. "Segnali dal futuro" è una pellicola che, anche a voler storcere il naso, senza dubbio intrattiene. E visti i tempi che corrono non è un demerito, anzi. Forse sarà destinata a cadere presto nell'oblio, dato il preoccupante crescendo di progetti relativi alla fine del mondo che si apprestano ad abbordare le sale di cinematografiche, ma tant'è: un modo più che apprezzabile di inaugurare la nuova stagione cinematografica.
(di Marco Trani )
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