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Le rare persone che, in questo Paese, non sono afflitte da febbre calcistica, guardano con stupita curiosità quel fenomeno che ne è la più estrema incarnazione: la tifoseria della curva, quella violenta e viscerale degli Ultras. Fabio Bastianello, alla sua prima regia, sceglie di farci vivere una full immersion in questa realtà attraverso gli occhi vigili di un poliziotto infiltrato. Girata completamente in digitale senza abbandonare mai il punto di vista del giovane poliziotto, la docu-fiction trasporta lo spettatore in un ambiente selvaggio e sanguigno, ma anche molto umano. I protagonisti della curva trasferiscono tutti i propri valori e le proprie relazioni affettive dentro il microcosmo dello stadio. La tifoseria é la loro famiglia: esige fedeltà e in cambio restituisce comprensione. Secondo tempo delinea molto bene le dinamiche |
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in-group/out-group che si formano dentro lo stadio: gli ultras di una squadra sono una cosa sola contro il resto del mondo. Il linguaggio del film è esplicito, aggressivo, urlato, ma non appare mai eccessivo: tutto è semplicemente verosimile. Tifosi avversari malmenati per uno striscione (o per il fischio di un arbitro, in fondo poco importa il pretesto scatenante), insulti e parolacce a profusione, teste calde pronte ad |
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esplodere. Questa descrizione inedita e inquietante dell'aria che si respira in curva ha procurato al film il divieto per i minori di dicotto anni; "Se vietano il mio film" reagisce con una provocazione Bastianello, "dovrebbero vietare anche la curva ai minori di diciotto: perché questo rappresenta esattamente ciò che quell'ambiente è". La violenza negli stadi, il tema principe di questo film, è stata testimoniata e raccontata dai mezzi di informazione innumerevoli volte; vista così, però, fa tutto un altro effetto. L'approccio documentaristico e immersivo funziona bene, perché sentiamo la tensione montare e ne avvertiamo le conseguenze più estreme. Resta una sola domanda nella mente dello spettatore: ma questa partita i tifosi hanno fatto in tempo a vederla? L'impressione è che fossero talmente affaccendati in altre faccende da aver bisogno di comprare la gazzetta per sapere i risultati della partita.
(di Maria Silvia Sanna )
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