SCONTRO TRA TITANI
 
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recensione scontro tra titani

 
Quasi trent'anni fa "Scontro tra Titani" segnò in qualche modo la ripresa del peplum e dei film ad alto costo. Effetti speciali made in Ray Harryhausen, stop-motion, enormi scorpioni inferociti e il Kraken di gomma che esigeva il tributo umano per placare l'ira degli dei contro la città di Argo, furono i fattori che resero in qualche modo il film indimenticabile. Si era ragazzini e ben si ricorda il gufo di metallo, Medusa, Perseo, Pegasus il bianco cavallo alato. Si saccheggiò dalla mitologia greca per restituire uno spettacolo alle platee, il cinema in luogo dell'anfiteatro e l'operazione ebbe il suo seguito. Oggi spiace che per piazzare il remake a cura di Louis Leterrier (l'ultimo controverso Hulk con Edward Norton era suo) si stia puntando sul 3D all'ultimo minuto tanto per far grancassa di risonanza all'effetto in voga. Nonostante il grande potenziale  
 
della tecnica, si comincia a sentirne l'abuso, in special modo se strillato come valore fine a se stesso. Zeus (un perlescente Liam Neeson) e il fratello gramigno Ade (Ralph Fiennes ormai specializzato in parti livorose) sono pronti a scatenare il Kraken contro gli ingrati umani che vogliono imporre la propria supremazia e ribellarsi al controllo dell'Olimpo. Mal gliene incolga: Perseo (Sam Worthington), il figlio illegittimo   recensione scontro tra titani
di Zeus avuto dopo l'incontro con un'umana, viene reclutato per compiere il viaggio verso la liberazione. Prima di ottenere la testa di Medusa che pietrificherebbe il mostraccione, Perseo e i suoi uomini combattono contro orde di scorpioni, scoprono il popolo dei morti, consultano le viscide Graie, prendono confidenza coi segni del fato. Nel gruppo di maschi combattivi vi è anche Gemma Arterton nei panni di Io, ancella inserita nella trama per mettere un po' di pepe, svelta e agile guerriera ma non troppo. Si rileva il minimo sindacale dell'aspetto giocoso a favore del tronfio bicipite: l'insieme è monolitico. Gran sfoggio di panoramiche e carrellate mentre gli eventi che richiederebbero quel minimo di pathos, si srotolano prevedibili. Qualche guizzo c'è, qualche faccia è azzeccata ma l'insieme seppure cucito con perizia, non restituisce il divertimento sperato. Innocuo baraccone che strappa qualche sorriso: ma rimaniano orfani dello stupore, ingrediente necessario per volare con la fantasia.


(di Daniela Losini )


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