SCARY MOVIE 4
 

Scary Movie 4 - recensione

 
Quando un titolo non diventa più una saga, quando l’ennesima puntata non può nemmeno più essere chiamata sequel, arriva il franchising. Non si può chiamare altrimenti la fortunatissima serie Scary Movie, arrivata al quarto capitolo di un libro senza capo né coda, che nel primo week-end americano, quello di Pasqua, ha fatto registrare il record assoluto: mai, infatti, i giorni di questa festività religiosa avevano avuto un incasso di oltre 42 milioni di dollari. Non c’è da stupirsi più di tanto: come in ogni catena di montaggio – non può definirsi che tale questa mini-industria che sforna parodie sui film più amati, meglio se sono dell’orrore- lo schema collaudato e l’efficacia degli ingredienti rende poco importanti particolari spunti di originalità e un minimo di coerenza narrativa, qui ancora meno presente che in passato. Ma David Zucker, che  
 
potremmo definire tra i registi “più pazzi del mondo”, conferma la sua bravura. I fratelli Waynes (uno regista, gli altri due attori e cosceneggiatori) tirarono fuori l’idea geniale, nella sua elementarità, di parodiare, come fece Brooks a suo tempo, un periodo preciso della cultura cinematografica. Il primo Scary Movie, totalmente dedicato alla saga di Scream, pur con diversi difetti, aveva trovato il binario giusto  
e la forza dell’idea superava il resto. Per intenderci: Mai dire gol fa sempre ridere. Anche nelle edizioni più infelici. Presuntuosamente e opportunisticamente decisero di affrontare un secondo capitolo a 12 mesi di distanza. Disastroso, cercarono di attingere anche ad altri film per le loro parodie, ma riuscirono solamente ad essere tristemente volgari. Questo ha portato all’avvicendamento, con un netto miglioramento. Zucker, come suo costume, si scaglia bonariamente – la ama, pur prendendola in giro- contro la cultura pop. Il ventaglio di film messi alla berlina sono diversi: al filone principale che utilizza The Village, The Skeleton Key e, soprattutto, La guerra dei mondi, si aggiungono diverse altre pellicole, magari citate solo in una scena, che hanno il pregio di solleticare i cinefili, facendo ridere gli spettatori. Certo, questo esercizio di stile, che non si allontana mai dall’umorismo sporco che contraddistingue le 4 puntate, ogni tanto perde efficacia, ma difficilmente in sala si smetterà di ridere a lungo. Esilarante, come già nel capitolo precedente, il presidente Harris, alter ego di Bush interpretato da Leslie Nielsen protagonista di un remake… della realtà. Solo che quando arrivano i tripodi (o meglio tripod, I- pod alieni), lui non vuole sentire ragioni, non è interessato all’ondata di morti. Il suo unico interesse è sapere come va a finire, da piccoli scolari, la storia di Rapestronzolo. Insomma la coppia Anna Faris- Regina Hall, la bionda ed eterea Cindy, la nera e ninfomane Brenda, passano l’esame. Divertono, così come Craig Bierko, bravissimo nell’imitare l’inespressività di Tom Cruise (anche se il sospetto che gli venga naturale c’è tutto). Bella anche se superflua Carmen Electra, in un cameo di ritorno -avendo partecipato al primo Scary Movie- in cui fa la spassosa Holly, non vedente di The Village. Sicuri che torneremo a parlare di altri quattro capitoli, diamo atto a Zucker di essere ancora in palla, avvertendolo però di non tirare troppo la corda…Un po’ di sofferenza si intravede.

(di Boris Sollazzo)

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