RECENSIONE - SAW 3D
 
locandina saw 3D
Locandina "Saw 3D"

recensione - saw 3D

 
Al settimo capitolo, indotta anche dai non esaltanti risultati al botteghino delle ultime performance, la saga di Saw giunge al termine e si congeda. Cerca di chiudere in bellezza giocando la (scontata) carta del 3D ma i benefici, quantomeno artistici, sono pressoché nulli. Cambia (poco) la forma, per niente la sostanza. Per cui cambiano (poco) le famose macchine di tortura, perdurano i soliti squartamenti, i soliti sventramenti, i soliti sbudellamenti con conseguenti cadute di gusto in nome del gore buono per mandare in visibilio gli adolescenti pippaioli. I fan di Saw questo vogliono, si dirà. Noi che fan di Saw lo siamo pur non essendo (più) adolescenti pippaioli, avremmo preferito e ci saremmo aspettati, soprattutto dal capitolo finale, una trama che cercasse la quadratura del cerchio dando degno e studiato compimento a quanto visto  
 
finora piuttosto che l'ennesimo episodio interscambiabile di un serial che ha da tempo mostrato la corda, che ha proceduto ad oltranza per forza d’inerzia, affidandosi alla ripetitività sempre uguale dei suoi topoi a cui ha sacrificato congruità e verosimiglianza di un intreccio sfuggito ad ogni controllo. E quindi diciamolo, anche alla luce del finale: la saga di Saw è da considerarsi conclusa al terzo capitolo (non a   recensione saw 3D
caso quando muore l'enigmista). Il resto è un limone spremuto fino alla scorza, un viavai caotico di trappole, giochi, infinite vittime e infiniti complici pronti all'occorrenza, colpi di scena senza credibilità, dubbi etici già sentiti e svuotati di contenuto, in cui, cosa da non sottovalutare, si sente l'assenza, in cabina di regia, di una mano forte di un regista vero, capace di scelte impopolari, di sterzate brusche e cambiamenti di rotta a volte necessari. Giunti pertanto alla fine cosa rimane? Rimane una saga che ha segnato un decennio, che ha inaugurato un genere e un'estetica, che ci ha regalato uno dei personaggi (buono? cattivo?) più carismatici degli horror di ogni tempo destinato a non tramontare negli anni a venire. Una saga che anche negli esiti meno riusciti ha saputo esprimere isolati colpi di genio che l'hanno resa superiore alla media di qualsiasi altro prodotto analogo. Vi basti dare un'occhiata alle locandine. Vi è più creatività lì che in qualsiasi altro horror visto recentemente su grande schermo. Ebbene, prima di congedarsi, in maniera forse definitiva, Saw 3D (a proposito, qui lo diciamo e qui lo neghiamo: il 3D è già morto!) ci lascia in eredità l'ultima chicca, quella che aspettavamo da ben 5 film: il dottor Gordon. L'alfa e l'omega, da dove tutto comincia tutto finisce: il bagno, la sega, il piede mozzato imputridito, il detective Hoffman, il televisore che sfarfalla, Billy the puppet, la voce fuori campo, il tema musicale che cresce, Tobin Bell, il portone che si chiude, game over. Difficile mettere d'accordo cuore e cervello. Comunque Jigsaw ci mancherà.

(recensione di Mirko Nottoli )


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