SANSONE
 
locandina Sansone

recensione Sansone

 
Sansone è un cane grosso, ingombrante, assolutamente privo di disciplina e parla come un essere umano. In effetti, non è l'idea più originale che si sia mai vista al cinema. Questo grande e altrettanto goffo danese - per intenderci è quello della striscia a fumetti, tutti l'hanno incontrato prima o poi in uno dei 600 giornali al mondo che la pubblicano -vive felice con la sua famigliola nel Kansas. Un giorno Phil (Lee Pace), il padre di famiglia, ottiene un posto di lavoro nella soleggiata, movimentata e modaiola California, dove persino i cani sono divisi tra cani di razza e perdenti. Imprevedibilmente, una volta messo piede nell'Orange County, tutti i membri della famiglia hanno difficoltà a inserirsi. Lo stesso Phil, che credeva di migliorare il tenore di vita, si trova subissato dalle pressanti richieste del suo manager  
 
snob e piuttosto eccentrico (interpretato da William H. Macy) e, mentre cerca di fare una buona impressione sul lavoro, non si accorge di perdere progressivamente di vista i propri cari. L'ingresso di Sansone nell'ambiente canino è rappresentato come se il danese fosse un adolescente che deve ambientarsi in una nuova scuola. Questa metafora narrativa funziona bene: i fighetti diventano i cani con il pedigree,   recensione Sansone
mentre gli sfigati/secchioni sono i meticci. Dentro o fuori, spietata legge del branco. "L'idea del parco per cani come una sorta di liceo è stata molto divertente." Afferma il doppiatore americano di Sansone, Owen Wilson , che aggiunge: " Tutti siamo andati a scuola e quasi tutti abbiamo un cane o, quanto meno, amiamo i cani. Quindi il pubblico ha molte cose in cui identificarsi". Peccato che qualcuno dovrebbe dire all'amico di Ben Stiller che il solo fatto che siano rappresentate dinamiche con le quali il pubblico può identificarsi non assicura il successo di una sceneggiatura. In questo caso, il prodotto finale è più che perfetto per un passaggio televisivo, magari in estate, magari nel primo pomeriggio: infantile nel linguaggio e banalotto nel plot -è l'ultimo erede del famoso Beethoven, il San Bernardo degli anni Novanta - Sansone è la classica commedia per famiglie da bassa stagione cinematografica. Nessuna pretesa, nessuna sorpresa. D'altra parte, il regista Tom Dey è un mestierante alle prime armi, il cui maggior merito, finora, è stato quello di aver girato uno dei film meno riusciti in cui Robert De Niro abbia recitato ("Showtime ", 2001). Né il doppiaggio italiano, in cui la voce del cane è quella di Pupo , né le abbondanti spiritosaggini canine (un cane che si tuffa in una piscina è un cani-caze, fa un freddo gatto e così via) aiutano a rendere il film più accattivante.

(di Maria Silvia Sanna)


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