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Ogni tanto ben vengano i kolossal. E' il genere di cinema che coinvolge un pubblico eterogeneo, di massa, affascinato dalla corposa spettacolaritā scenografica, suggestiva e forte, oltremodo metaforica. Dopo quasi dieci anni dal grande e meritato successo con il film-kolossal "Il Gladiatore", la coppia vincente Ridley Scott regista e l'attore premio Oscar Russell Crowe, si ripropongono nel kolossal "Robin Hood", che non segue affatto le circa trenta trasposizioni cinematografiche precedenti del mitico e leggendario personaggio in calzamaglia della foresta inglese. Il "Robin Hood"di Ridley Scott č un antefatto alla nascita del famoso ed osannato personaggio della letteratura inglese ottocentesca, dichiarato fuorilegge dal Re Giovanni Senzaterra, Il potenziale fuorilegge Robin Hood (Russell Crowe) nel film è un abilissimo |
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arciere che combatte in battaglia per Re Riccardo Cuor di Leone (il pluripremiato Danny Houston). Morto Riccardo, il trono passa nelle mani del perfido e bugiardo fratello Giovanni (Oscar Isaac) ed il valoroso Robin Langstride, per una serie di circostanze arriva a Nottingham, ospite di Sir Walter Loxley (Max Von Sydow) dove conosce la sua bella
e tenace nuora Marion (Cate Blanchett). La leggenda di Robin Hood |
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dietro la mdp di Ridley Scott si amplia per aprirsi alle suggestioni del nuovo, e spiega alla fine la costruzione mitico-storica di questo democratico fuorilegge che forse realmente visse nella foresta Sherwood agli inizi del XIII secolo. Crudezza e realismo si mescolano con arte alla grandezza delle scene belliche, illuminate da frecce infuocate e cosparse di teste e membra fatte a pezzi. Il racconto tocca punte di velato umorismo e timido romanticismo, in una prorompente animosità alla violenza del duello corpo a corpo come unico modo per garantire la "mors tua, vita mea". Nel caos primordiale della guerra come strumento di affermazione della sovranità e del potere, palpabile è il messaggio verso una possibile civiltà futura che garantisca libertà e diritti per le masse sfruttate, un messaggio che apre al concetto di democrazia con la successiva legiferazione della "Magna Carta". I cambiamenti sociali succedono, quasi sempre, perché le minoranze emarginate lottano e si ribellano. Robin Langstride ripete più volte questa frase emblematica: ". ribellarsi, ribellarsi ancora, finché gli agnelli diventino leoni", così da costruire una società nel rispetto delle libertà individuali e sociali, costruire una Nazione. Ma l'organizzazione sociale del film "Robin Hood" si può cogliere anche dalla scenografia e dalla fotografia spettacolari. Le riprese del paesaggio richiamano magistralmente ad un pittorico storico di quell'epoca, al modo in cui quella cultura vedeva la natura, e come quella società si organizzava nel rapporto tra natura e cultura, con gli insediamenti umani, in capanne, e i monumentali castelli medioevali inglesi troneggianti in mezzo ad ampie distese di radure verdeggianti. La costruzione dell'ambientazione dell'Inghilterra medioevale è stata affidata allo scenografo Arthur Max che ha saputo ricreare con quanta più accuratezza possibile la vita nei villaggi e nelle città e la grandiosità dei castelli di quel XIII sec. Inglese. Il film
si regge moltissimo su questi elementi che gli conferiscono, tutto sommato, l'appellativo di kolossal. Qualche riserva sulla sceneggiatura c'è. Nel bel mezzo il film ha come una battuta d'arresto, troppo spazio viene dato all'incontro tra Robin e Marion che penalizza non poco tutto l'insieme del lavoro. L'interpretazione di Crowe è ottima, ma questa volta non è da Oscar. E' senza dubbio un film da vedere, anche con qualche dubbio sulla sua riuscita. Domani, 12 maggio, il film sarà proiettato alla Croisette in apertura del Festival Di Cannes 2010.
(di Rosalinda Gaudiano )
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