RIFLESSI DI PAURA
 
locandina riflessi di paura

recensione riflessi di paura

 
Lo specchio ha da sempre un fascino strano, misterioso e terribile al tempo stesso. Alexandre Aja ne fa centro d’inquietudine e di morte in quello che appare come un’interessante e, almeno a tratti, riuscita declinazione del genere horror. Aja lascia infatti da parte le concessioni alla plastica fredda e fracassona dei videogiochi (come avveniva ne “Le colline hanno gli occhi”), cercando il più possibile di ripulire uno stile che era sembrato troppo artificioso e videoclipeggiante. Certo i meccanismi di suspance o alcune trovate non fanno che inserirsi, pedestremente, in certe consuetudini del genere. Ma Aja ha quantomeno il merito di asciugare, di procedere per atmosfere più che per pacchiane trovate sanguinolente. Ha il merito di costruire un mondo in cui davvero si ha la sensazione di essere osservati,  
 
spiati, minacciati. “Gli specchi sono finestre sul nostro mondo”, mette in guardia il protagonista (un credibile Kiefer Sutherland). Gli specchi sono l’altra faccia della realtà, quella che, nell’idea di Aja, è destinata a raccogliere, silenziosa e cheta, l’orrore e la disperazione che noi sprigioniamo. Aja riesce, insomma, a mantenere alta la tensione e il senso di minaccia, immaginando gli specchi come un labirinto popolato da   recensione riflessi di paura
innominabili immagini di orrore e persecuzione. Scegliendo un finale tutt’altro che scontato e accomodante: il male evapora, forse è sconfitto. Ma l’universo si è ormai inesorabilmente e drammaticamente capovolto. Proprio come in uno specchio.



(di Mattia Mariotti )


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