REVANCHE - TI UCCIDERO'
 
 

di Rosalinda Gaudiano (***1/2)

 

di Alice Gala (**)

Un sasso gettato in un lago, un tonfo, numerosi cerchi concentrici che prima si allargano, poi piano piano si riducono, nel silenzio della foresta, che si riflette nell'acqua. Così inizia "Revanche" ultimo lavoro di regia di Götz Spielmann, candidato all'Oscar nella cinquina per il miglior film straniero. Rappresentazioni di vite soggettive, come quelle di Alex (Johannes Krisch), uscito da poco di prigione; di Tamara (Irina Potapenko), giovane e bella ragazza che fa la prostituta, cocainomane che ha una relazione con Alex; di Robert (Andreas Lust), giovane poliziotto, persona tranquilla, all'apparenza felicemente sposato con Susanne (Ursula Strauss), che invece si angoscia per non riuscire ad avere un figlio da Robert. Alex e Tamara cercano di uscire fuori dal tunnel di una vita disastrata e decidono di fare una rapina in una banca di un   Austria, Vienna. Alex è il "cane fidato" del magnaccia di un bordello. Tamara è la prostituta più apprezzata. I due si innamorano e sognano di fuggire insieme per iniziare una nuova vita, ma hanno bisogno di soldi. L'idea geniale è quella di rapinare una banca di un paesino immerso nelle campagne viennesi. Il piano c'è e funzionerebbe pure...ma cos'è la vita senza imprevisti? L'imprevisto c'è e cambierà inevitabilmente la vita di tutti. La testardaggine farà pagare caro a Tamara lo scotto di voler seguire a tutti i costi il suo compagno nel colpo in banca , Alex scoprirà che la vendetta va studiata bene, meditata e che a volte non è la soluzione; Robert, poliziotto senza troppe pretese e con una vita apparentemente felice e normale, si troverà a fare i conti con il senso di colpa, e Susanne la moglie del poliziotto
 
 
 
paesino dove vive il nonno di Alex, ma lì vive anche la coppia Robert-Susanne. La rapina finisce in tragedia; nella fuga, Tamara viene colpita accidentalmente dal poliziotto Robert e muore. Questo evento è il motore di un dinamismo che unisce le vicissitudini di Alex, Robert e Susanne, coinvolgendo, però positivamente, la vita semplice e tranquilla del nonno di Alex, che vive in campagna, lontano dalla città che, a detta di lui, rende tutti furfanti e malfattori. Quadri di vite parallele, imprigionate nelle vesti di fantasmi, che attanagliano chi vive nella disperazione e nello spirito di vendetta come Alex, e chi invece, come Robert, è mutilato da un atroce rimorso. Spielmann dirige un'opera intrisa di sentimento, di forze emotive contrapposte, e di poesia. La ricerca di riscatto per una vita migliore da parte di Alex e Tamara, il sentimento di vendetta che poi consumerà Alex, l'aberrante rimorso di Robert, l'evasione sessuale di Susanne, sono forze interiori di anime che lottano per raggiungere uno stato di miglior sopportazione, anime che s'incontrano lungo un cammino costruito casualmente dal destino, dalle circostanze. Nonno Hausner (Hannes Thanheiser), affranto e sofferente, commuove per la sua spontanea semplicità, fatta di sentimento autentico, di memoria, di attaccamento alle sue bestie, alla sua terra. Personaggio contrapposto alla furia vendicativa del nipote Alex, è la nota che veste il film di una poesia sommessa, struggente, che alla fine conquisterà lo stesso Alex, restituendogli consapevolezza e disponibilità verso la percezione di affetti di cui aveva perso la memoria emotiva. In "Revanche" Götz Spielmann osserva, dietro la mdp, gli eventi prodotti dall'umano comportarsi. Tutto fa parte della vita, la stessa morte e le conseguenze dolorose ad essa legate. Ma (ed un "ma" Spielmann lo pone ben in evidenza) succede che tra gli eventi nefasti, s'illumini uno spiraglio di luce, di calore e di positività. Le stesse scene di sesso ostentato rappresentano momenti d'intimità cercata e voluta per gioire, assaporare emozioni intense. Cinema indipendente, "Revanche" è un'opera che coglie nel segno, efficace e di ampio respiro, caratterizzata da una regia asciutta ed autorevole, ben condotta, nonché una recitazione eccellente. Due ore di film senza calo di tono, con una tensione che corre continuamente sul filo del rasoio. Assolutamente da non perdere!!


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  affronterà la frustrazione sua e del marito. Una pellicola questa che ha avuto premi e riconoscimenti dalla critica internazionale, arrivando nel 2009 anche alla candidatura all'oscar come miglior film straniero. La storia oggettivamente un senso ce l'ha: una relazione complicata e torbida vissuta tra quartieri a luci rosse e nascondigli di fortuna; una rapina per cambiare la vita, l'imprevisto che cambia la vita. La vendetta come scopo, la solitudine come status normale dell'essere umano. Il silenzio, la frustrazione e il senso di colpa. Insomma sono tanti i temi trattati. accennati. È questa la sensazione che lascia: tante idee buone ma senza collante. Manca qualcosa, il senso profondo, il quid che riesce a trasformare un'idea, una sensazione, una storia nel racconto che ti coinvolge. L'espressività fissa del protagonista ben spiega il suo stato d'animo: la consapevolezza di non poter tornare indietro, la vendetta come unico obiettivo, il tutto misto a momenti di abbandono al dolore, alla malinconia, alla rabbia verso se stesso. Un viaggio nella coscienza dell'uomo, uno sviluppo della personalità non troppo marcato ed approfondito soprattutto per quanto riguarda i personaggi collaterali. Ciò che più colpisce è l'insistenza del regista ad "intromettersi" nella vita dei protagonisti, ad indagare nei loro sentimenti. Il tempo della vendetta di Alex è scandito dal taglio della legna: più ne taglia più la punizione è vicina. Tutte le vicissitudini tra un ciocco e un altro e soprattutto il confronto diretto con l'uomo che gli ha rovinato per sempre la vita, lo porteranno ad intraprendere una strada che spiazza tanto il protagonista quanto lo spettatore. Una pellicola umanamente consigliata per il finale intenso, sentimentale e mai banale. Tecnicamente apprezzabile l'impegno del regista di voler fissare le emozioni in immagini e gesti, anche se il film nel complesso risulta probabilmente sopravvalutato.




 
 
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