RANGO - RECENSIONE
 
locandina Rango
Locandina "Quella sera dorata"

Rango - recensione

 
Il Far West al tempo di Gore Verbinski: una cittadina nel cuore del deserto minacciata dalla siccità, una riserva d'acqua in esaurimento ... e una strana popolazione di topi, rettili e anfibi capeggiata dal più improbabile degli sceriffi: un camaleonte! Il padre della fortunatissima saga dei "Pirati", dai Caraibi con furore, sforna una rilettura del western degna del suo genio visionario: un pout pourri di citazioni, deviazioni comiche dal genere e mirabilie tecnologiche che ammicca alla fantasia dei bambini ma lusinga la complessità degli adulti. Al cuore della vicenda c'è un personaggio sui generis: un simpatico rettile multicromatico cresciuto in una teca di vetro macinando sogni di gloria, che si ritrova all'improvviso libero e alla mercè del mondo. L'incontro con la buffa lucertola Borlotta lo conduce a Polvere, tipico  
 
avamposto di frontiera prostrato dal sole e dalla sete. Qui, il camaleonte più esibizionista della storia, in cerca di un senso e di un'identità, riesce a farsi adorare e si guadagna il nome indomito di ... Rango! E sarà proprio lui, maldestro e cialtrone, a guidare la scalcinata popolazione di Polvere alla ricerca dell'acqua tanto agognata. Morale ambientalista e meraviglie made in Hollywood si fondono in   recensione Rango

"Rango" dando vita a un cartoon di eccezionale verve e colore, mai banale nella delineazione dei personaggi o nelle scelte stilistiche. Tratto da uno script che lo stesso Verbinski ha realizzato insieme al produttore John B. Carls e all'autore di libri per bambini David Shannon, "Rango" è un'incursione zigzagante nei generi più amati dal grande pubblico: dal western vecchia maniera al road-movie, all'animazione live-action di ultima generazione. Per il suo rettile azzurrino, Gore Verbinski ha voluto un iter completamente nuovo: la tecnica del motion capture (che prevede l'impiego di attori in carne ed ossa a cui "rubare" espressioni e movenze da applicare agli eroi animati), già sperimentata in altri cartoon di successo come "Polar Express", "Shark Tale" e "La sposa cadavere", è diventata qui, per definizione dello stesso Verbinski, "emotion capture" . Il regista non si è limitato a scegliere un cast (e che cast!) da usare come carta carbone, ma ha imposto agli attori di vestirsi, muoversi e parlare come in un classico scenario western. Il "furto" morfologico è stato così più intenso e realistico. E il risultato è una carambola animalesca che ricalca più che mai una ciurma umana in speroni e gilet di nappa. A prestare smorfie e andatura allo sceriffo Rango è stato chiamato il piratesco Johnny "Jack Sparrow" Depp, "non solo perchè c'è qualcosa di lucertola in lui - ha spiegato Verbinski - ma perchè ha un mix di assurdità, cuore e compassione e il giusto tempo della commedia". Accanto a Depp, un "rettilario" di grandi nomi: da Isla Fisher (la dolce Borlotta) ad Alfred Molina (Carcassa), da Abigail "Little Miss Sunshine" Breslin (Priscilla) a Bill Nighy (il cattivo Jake Sonagli). Lontano da tutto ciò che si è visto finora in materia di western, innovativo anche del genere animazione, a cui regala un testo raffinato, un'ironia smaliziata e piacevoli sottigliezze psicologiche, "Rango" si candida a record di incassi e di gradimento ... degni dei "cugini" pirati!


(recensione di Elisa Lorenzini )


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