RACCONTO DI NATALE
 
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recensione racconto di natale

 
Arnaud Desplechin è il regista di "Racconto di Natale", in concorso al Festival di Cannes, commedia agro-dolce sui rapporti familiari, sulla famiglia allargata, che si caratterizza con gli affetti, che diventano indissolubili per quei legami di sangue che garantiscono, all'occorrenza, guarigioni possibili grazie proprio alla compatibilità biologica tra i consanguinei. Non a caso il film inizia con la narrazione della storia familiare di Abel (Jan Paul Roussillon) e Junon (Catherine Deneuve), che hanno due figli, Joseph che soffre di una grave malattia genetica del sangue, ed Elizabeth (Anne Consigny), che però non essendo compatibile non può aiutare il fratello a guarire. Per questo scopo nasce Henri (Mathieu Amalric), neanche lui compatibile. Gioco forza Joseph muore all'età di sette anni. Abel e Junon Vuillard, dopo la morte di  
 
Joseph, hanno un altro figlio, Ivan (Melvil Poupaud). Passano gli anni, si cresce, e la famiglia si allarga con parenti acquisiti e nuovi nati. Elizabeth ha un figlio di nome Claude, e Ivan è il padre di Basile e Baptiste. Il Natale è vicino e tutti i membri della famiglia Vuillard si riuniscono nella grande casa paterna di Roubaix. Ognuno porta con sé problemi scottanti, ansie, malumori e vecchi rancori. Ma ognuno, in questo   recensione racconto di natale
caso, deve fare i conti con una circostanza dolorosa: la scoperta di una forma grave di leucemia che ha colpito Junon. Un altro film sui legami familiari (in contemporanea abbiamo "Rachel sta per sposarsi") dunque, con un messaggio altrettanto acuto e sottile che ci rimanda sia alla costruzione culturale del concetto di famiglia e sia alla preziosità del patrimonio genetico cui sono legati, attraverso l'albero genealogico, i più stretti consanguinei. "Racconto di Natale" è una storia di rancori profondi tra fratelli, di solitudini sofferte e non sviscerate, di rimorsi materni e paterni, di vite allo sbando, di vuoti esistenziali. E' la storia di una famiglia come tante, i cui membri si perdono di vista, non si vedono per anni, non si parlano e non si cercano, ma che ad un tratto sono chiamati tutti in causa, a rispondere all'appello per un dovere biologico, salvare la vita di Junon, cercando tra i più stretti consanguinei colui che è compatibile per donare il midollo che servirà al trapianto. Un film che, tutto sommato, fa riflettere non poco, narrato con un virtuosismo a tratti persino affascinante, elegante, con cui Despleschin tesse la trama di una tragedia resa leggera e gradevole, quasi ricordandoci Bergman. "Racconto di Natale" nasce come film di genere ben preciso, ma senza dubbio anticonvenzionale, per il modo in cui sono affrontati temi scottanti come la tragedia della malattia, i regolamenti di conti familiari e il dono dell'amore coniugale. Un'opera che affronta il tema della tragedia in modo addirittura brillante, intelligente, sia per la scrittura, la forma, ed anche grazie all'interpretazione ragguardevole di tutto il cast che sa esprimere alla perfezione un momento di tragedia familiare corale in un disordine a dir poco virtuoso, toccante ed ironico.


(di Rosalinda Gaudiano)


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