un
sacco di ragazze molto generose (sotto la quarta di reggiseno non è vera passione politica), si candida e diventa sindaco. Senza speranze o progetti, 'ma mi piace u pilu',
sempremente . Cetto La Qualunque nasce in Rai, deve il suo successo alla Gialappa's e ultimamente ai suoi comizi di 'Che tempo che fa' al fianco di Fabio Fazio. Il suo partito politico ha migliaia di iscritti, i suoi seguaci sono altrettanti e non ridere di gusto è davvero impossibile. Antonio Albanese, che ha fatto di Cetto il suo personaggio di maggiore successo, è senza dubbio l'unico grande discendente comico di tanti artisti del passato con la a maiuscola. Macchiette, dialetti e modelli sono differenti, ma l'attore e regista ha tra le sue mani un'eredità che rimanda a Sordi, Fabrizi, Totò. Solo per le espressioni facciali – il comico ha il dovere di trascinare fisicamente lo spettatore, col cuore, con la pancia, con le braccia che si devono alzare per il divertimento – e per quella capacità ipnotica di lasciare chi ride con le lacrime agli occhi anche dopo, pensando e ripensando a sceneggiature che non stancano mai. Non ne discende direttamente, ma si può tranquillamente inserire Albanese nella stessa lista dei grandi e soprattutto autentici comici. Proprio a Totò rimanda una scena di Qualunquemente, quando Cetto La Qualunque e il suo fidato braccio destro Pino dettano un discorso elettorale al telefono, ovviamente,
sbagliatamente . Ai tempi di Totò e Peppino si dettava una lettera, ora, anche Cetto, è più tecnologico. Ma lo spasso puro, che non è di nessun altro, è dello stesso preziosissimo livello artistico. Metti, poi, un genio come Albanese ridicolizzare i punti dolenti della nostra Italia, e il gioco è fatto. I protagonisti, esilaranti e ridicoli, prendono purtroppo esempio dalla realtà, quella che domina troppo spesso le notizie di cronaca. Malasanità, minacce, regolamento di conti a colpi di pistola. Albanese e compagni sanno mettere a fuoco quello che succede nel sud del nostro Paese – pensare che il comico è di origini brianzole, ma Cetto è perfetto in tutto, cadenza compresa. Ci mettono in guardia, ci dicono quello che potrebbe accadere. Ci fanno ridere per davvero, per tutto il tempo del lungometraggio. Ridicolizzano comportamenti e modelli che per molti potenti sono vincenti e da furbetti, ma in verità sono solo ignoranti e patetici. Si ride per esorcizzare –
è una sparatoria, ah tutto nella norma ok, pensavo fosse un incidente – e il gioco della regia lo fa mostrando una terra in realtà affascinante, con paesaggi pittorici da difendere e proteggere. Magari, ecco, senza far scoppiare con le bombe le macchine dei potenti...
Comunquemente , il film è un pezzo della nostra Italia che deve essere visto da tutti, dal nord al sud, anche nelle scuole, dove si fa formazione. Il divertimento è un ottimo incentivo per imparare cosa succede e per reagire di conseguenza, o per riflettere sul destino di un Paese che purtroppo fa promesse sempre più alla Cetto. Ah, e
se costruire il ponte per unire l'Italia non basta, faremo anche il tunnel. Un buco mette sempre allegria .
(recensione di Andrea Dispenza)