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recensione puzzole alla riscossa
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Dan Sanders (Brendan Fraser) si è trasferito assieme alla famiglia da Chicago in una vera e propria riserva nell'Oregon per accontentare i capricci del suo capo, che vuole distruggere un'intera foresta per realizzare la costruzione di un centro residenziale. Dan è convinto che il suo unico problema sia riuscire a convincere la moglie (Brooke Shields) e suo figlio (Matt Prokop) che, in fondo, la vita di campagna non è poi così tanto male. Ma quello che lui non sa, e che non potrebbe mai immaginare, è che gli animali del luogo scoprono che lui è il direttore responsabile della distruzione del loro habitat e decidono di coalizzarsi per tormentarlo notte e giorno. Dan, ovviamente, fallisce ogni tentativo di intrappolare o anche solo di ostacolare queste piccole e dispettose creature. E la cosa peggiore è che nessuno, nem- |
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meno la sua famiglia riesce a credergli, quando lui, invece, arriva a giurare che la fauna del luogo si è ormai coalizzata contro di lui. Sua moglie e suo figlio sono sul punto di abbandonarlo, il suo lavoro è in pericolo: Dan deve provare il tutto per tutto..
L'idea che è alla base di questo film nasce dopo una serie di incendi, scoppiati nel 2004 nella California del Sud. Cosa sarebbe successo se le creature avessero deciso di |
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punire gli esseri umani, fautori di un simile disastro? E questa è la chiave di questa commedia-ambientalista che ha per protagonisti, oltre ai piccoli animali (che sono veri. E solo in parte riprodotti in computer grafica), Brendan Fraser che è anche il produttore del film. Attore dalle innumerevoli capacità interpretative che riesce a tirare fuori quanto di più comico possa esserci in un personaggio tanto comune e.. stupido. Il problema di questa commedia a stampo familiare è proprio lo sforzarsi a far ridere; l'idea di Madre Natura che riesce a ribellarsi avrebbe potuto fornire una quantità illimitata di idee e di gag. Ciò che si vede, in realtà, fa ridere poco i bambini e ancora meno i genitori che guarderanno continuamente l'orologio per scappare via dalla sala. Gli animali che sghignazzano, ammiccano allo spettatore e che, fortunatamente non parlano, ma mostrano i loro piani al pubblico tramite delle nuvolette da fumetti (in una delle quali viene, addirittura, citato Bravehert), ricordano tanto i piccoli protagonisti de 'La gang del bosco'. Il tutto risulta, sinceramente, troppo forzato e ben poco divertente. L'unica nota positiva è l'impegno perseguito da questo film: la produzione, infatti, ha deciso di ricorrere ai servizi dell'organizzazione non-profit Film and Entertainment Recycling Initiative (FaERI), che si è occupata del riciclaggio di tutti i materiali utilizzati nel corso della lavorazione.
(di Francesca Casella )
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