Whitaker), il poliziotto spagnolo, i terroristi e naturalmente il Presidente. Otto differenti angolature da unire e confrontare per giungere ad una ipotetica completezza narrativa. Dicevamo, obiettivo ambizioso per Travis (e per ogni regista), raggiungere la multimedialità della prospettiva. Che sia raggiunta o no, la quarta dimensione poco importa, “Prospettive di un delitto” è un ottimo lavoro, veramente ben fat-

to. Telecamera a mano, nevrotica, a ricreare quelle dei mass media. Montaggio serrato e cast artistico superbo con un Dennis Quaid in parte come non mai, come il buon vino più invecchia … scene mozzafiato e un finale genuino, non digitalizzato degno dei miglior stunt movie. I più attenti noteranno qualche affinità con i precedenti “delitto di un presidente” ma soprattutto con il recente “Bobby” di Estevez ma non ci sentiamo di definirlo come una copia. Il film di Trevis è una adrenalinica e intelligente riflessione sul ruolo del cinema stesso e il suo limite. L’impossibilità di fornire una chiave di lettura unitaria allo spettatore ma molteplici, ed ugualmente valide, prospettive.