confessione
al prete ha
del penoso)
così
come nel finale,
che regala
quel tanto
di dietrologia
familiare
che basta.
Il riferimento
principale
è irraggiungibile,
data la non
ben calibrata
mistura di
ambizione
e reali capacità,
si parla di
“Memento”
di Christopher
Nolan ma pure
de “Il
Sesto Senso”
di Shyamalan.
Qui, nonostante
la bravura
della Bullock
che non gigioneggia
ma si dà
generosamente
alla telecamera
portandosi
tutto il peso
e la responsabilità
della riuscita
del film,
naufraghiamo
nel mare magnum
del tarocco.
(recensione
di Daniela
Losini )