RECENSIONE - PRECIOUS
 
locandina Precious
Locandina "Precious"

recensione - Precious

 
La storia è di quelle che mandano in sollucchero l'Academy Awards: diciassettenne obesa di colore, violentata dal padre, resta incinta di lui, subisce la gelosia violenta della madre e l'ostracismo della scuola in cui cerca invano di imparare a leggere e a scrivere, ma trova il riscatto in un istituto per ragazzi difficili, con la complicità di un'insegnante e di un'assistente sociale. Un trionfo di negatività made in Hollywood, con tante punte tragiche da trafiggere anche lo spettatore più scettico. "Precious", tratto dal romanzo di Sapphire "Push - La storia di Precious Jones", è un film-bomba, un reportage crudo e toccante sulle vite sfrangiate dei più disperati tra gli outsider. E' anche un film lieve, che intesse una trama di estrema violenza con la saggezza levigante dei sopravvissuti:  
 
adottando cioè il punto di vista di chi ce l'ha fatta, della Precious scampata al suo destino, che guarda indietro agli anni di buio. "Precious" ha vinto, ovviamente: due premi Oscar (miglior attrice non protagonista: Mo'nique, nel film madre-carnefice della protagonista; miglior sceneggiatura non originale), un Golden Globe (sempre lei, Mo'nique, splendido mostro di cattiveria), tre targhe al Sundance Film Festival e   recensione Precious
a seguire una pletora di lustrini minori. Ma il bello di "Precious" non sta nel pedigree blasonato: sta nell'aver aggirato tutte le trappole del cinema strappalacrime puntando su una sceneggiatura intelligente e su un cast eccezionale. Sta anche nell'aver assegnato a due volti patinati, come quelli di Mariah Carey e di Lenny Kravitz, due ruoli che completano la trama ma restano defilati rispetto all'antiestetico podio dei protagonisti: una scelta che declassa la bellezza, la pospone al degrado, alla stonatura. Una scelta che sottolinea il peso della bruttezza negli equilibri sociali, il sovraccarico di umiliazione che una fisicità scomoda impone a un'anima già sofferente. Bruttezza, quella di Precious e dei suoi familiari, che invade non solo la retina ma anche la pancia, perchè in questa storia le storture sono molte, tanto fisiche quanto morali. Clareece "Precious" Jones è di quei personaggi che restano scolpiti nell'immaginario dei cinefili per la miriade di simboli, etici ed estetici, che incarnano. Precious Jones è anche, nonostante l'abnormità, una storia quotidiana, un brandello di vita urbana. Che tutti, cinefili e non, ricorderanno per il coraggio con cui ha vinto l'orrore. Contro ogni previsione. Con un corpo deforme, un'infanzia straziata e una famiglia da rottamare. Positiva, nonostante le apparenze. Coraggiosa, di quella schiatta infelice che non si adagia e risale la china. Insulto dopo insulto. Chilo dopo chilo.

(recensione di Elisa Lorenzini )


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