cultura mainstream. Beh, che stiano tranquilli, perché il risultato non è cambiato di una virgola. Fiacco, senza ritmo, scandito da situazioni puerili e battute nemmeno degne di questo nome. Già l'idea di fare un film incentrato sulla solita coppia di amici poliziotti cazzoni, uno bianco e uno nero, uno taciturno e l'altro chiacchierone, è talmente abusata da far abortire qualsiasi progetto seduta stante. Smith continua imperterrito a far ricorso al suo tipico lessico sboccato d'ispirazione scatologica ma quello che in
Clerks era il punto di forza, ossia il dialogo serrato, il botta e risposta immediato e irriverente, gli argomenti sconci trattati in modo diretto e provocatorio, qui, come in tutti gli altri film che sono seguiti, è diventato maniera, volgare e prevedibile, privo di quella freschezza e quell'autenticità che lo rendeva appetibile. Non lo aiutano nemmeno i due
Poliziotti fuori del titolo, Bruce Willis al minimo sindacale non ne ha mezza voglia e si vede, manda avanti il suo replicante con la faccia d'ordinanza ben avvitata sul collo mentre lui è altrove a fare altro, probabilmente in spiaggia a Miami a bere mojito. Ancora peggio è l'anima nera del duo, tal Tracy Morgan, non si sa dove l'abbiano pescato (dal "Saturday night", i neri insopportabili vengono tutti da lì), dovrebbe fare il simpatico frignone ma è tanto odioso quanto sgradevole esteticamente. Fanno parte della triste brigata anche Seann William Scott (lo Stifler di
American Pie ), Adam Brody, Kevin Pollack e l'attore feticcio di Smith, Jason Lee, anch'egli pericolosamente ingrassato e imborghesito. Temevamo anche il cammeo dei famigerati Jay e Silent Bob e invece ci hanno graziato, almeno per stavolta. Sono rimasti, si vede, nel loro amato circuito underground, dove potrebbe restarci anche il loro creatore: tanto il risultato è lo stesso ma almeno in quel caso non lo vedrebbe nessuno.
(di Mirko Nottoli)