dall'aspetto scarmigliato, non necessariamente in quest'ordine. L'aspetto goliardico si riconosce nella capacità di giocare con l'erotismo in maniera grossolana e ironica, sbattendoci in faccia il nostro divertimento cavernicolo davanti a un grosso seno sballonzolante. E infine arriviamo all'aggettivo più importante: splatter. Alexander Aja, che ha diretto questo Piranha 3D ispirandosi al film di Joe Dante del 1978, è noto per essere uno dei registi dello “Splat Pack” insieme a Rob Zombie, Zack Snyder ed Eli Roth (che fa un piccolo cameo nel film), suoi sono il recente remake de
Le colline hanno gli occhi e l'originale
Riflessi di paura . Di certo questo Piranha 3D da questo punto di vista non delude: centinaia di comparse perdono letteralmente la pelle o vengono incidentalmente trinciate in due come grossi prosciutti, fini indecorose toccano agli attori porno, mentre tutti i protagonisti sopravvivono (o quasi). Aja non ci risparmia nulla con un sadismo che è quasi più vorace dei suoi mostri squamati. Il vero fiore all'occhiello di questo film, però, è il cast: lo sceneggiatore si permette di far fuori Richard Dreyfuss (Lo Squalo) nella prima scena e arruola niente meno che Christopher Lloyd come scienziato pazzo, dicendo che “c'è solo un Doc al mondo” (e,
come non essere d'accordo?). Il giovane protagonista? È il giovane Steven McQueen, nipote di
quel Steve McQueen. Senza dubbio l'intera troupe del film si è divertita moltissimo a girarlo e un bel po' di divertimento arriva anche a noi spettatori che nell'ombra di una sala 3D possiamo, non visti, regredire allo stadio evolutivo di grossi scimmioni dell'età di cinque anni, mentre pesci carnivori vengono a farci visita direttamente dall'alba dei tempi.
(recensione di Maria Silvia Sanna )