PIRANHA 3D - RECENSIONE
 
locandina piranha 3D
Locandina "Piranha 3D"

piranha 3D - recensione

 
Magliette bagnate, costumi ridotti ai minimi termini, musica ad alto volume e balletti ammiccanti: ce n’è abbastanza da far invidia al vecchio Colpo Grosso con Umberto Smaila. Eppure non è un programma della televisione italiana, ma la festa che segna l’inizio della stagione estiva a Lake Victoria, in Arizona: dove le bagnanti in topless non hanno un grammo di cellulite e i ragazzi tracannano birra e vanno in giro con la decapottabile. Il paradiso? Sembrerebbe, almeno finché non fanno la loro comparsa i dolci pesciolini del titolo e il primo bagno dell’estate diventa un vero bagno di sangue. Piranha 3D è trash, naif, goliardico e molto, molto splatter. Per spiegare il primo aggettivo si potrebbero usare molto esempi: piranha che ingurgitano avidamente peni subacquei, gentili pulzelle che vomitano in 3D, un regista  
 
porno che gira alcune scene del suo film su un barcone sul lago. Insomma Piranha 3D è autenticamente trash, arrivando qualche volta alle soglie del disgusto. Quanto al secondo aggettivo, naif, il film spande ingenuità a piene mani mentre snocciola tutti gli stereotipi dei B-movie: i collegiali divisi tra buoni e cattivi, la pornodiva accattivante, i bambini furbetti e un po' ribelli, la poliziotta con le palle e lo scienziato   recensione piranha 3D
dall'aspetto scarmigliato, non necessariamente in quest'ordine. L'aspetto goliardico si riconosce nella capacità di giocare con l'erotismo in maniera grossolana e ironica, sbattendoci in faccia il nostro divertimento cavernicolo davanti a un grosso seno sballonzolante. E infine arriviamo all'aggettivo più importante: splatter. Alexander Aja, che ha diretto questo Piranha 3D ispirandosi al film di Joe Dante del 1978, è noto per essere uno dei registi dello “Splat Pack” insieme a Rob Zombie, Zack Snyder ed Eli Roth (che fa un piccolo cameo nel film), suoi sono il recente remake de Le colline hanno gli occhi e l'originale Riflessi di paura . Di certo questo Piranha 3D da questo punto di vista non delude: centinaia di comparse perdono letteralmente la pelle o vengono incidentalmente trinciate in due come grossi prosciutti, fini indecorose toccano agli attori porno, mentre tutti i protagonisti sopravvivono (o quasi). Aja non ci risparmia nulla con un sadismo che è quasi più vorace dei suoi mostri squamati. Il vero fiore all'occhiello di questo film, però, è il cast: lo sceneggiatore si permette di far fuori Richard Dreyfuss (Lo Squalo) nella prima scena e arruola niente meno che Christopher Lloyd come scienziato pazzo, dicendo che “c'è solo un Doc al mondo” (e, come non essere d'accordo?). Il giovane protagonista? È il giovane Steven McQueen, nipote di quel Steve McQueen. Senza dubbio l'intera troupe del film si è divertita moltissimo a girarlo e un bel po' di divertimento arriva anche a noi spettatori che nell'ombra di una sala 3D possiamo, non visti, regredire allo stadio evolutivo di grossi scimmioni dell'età di cinque anni, mentre pesci carnivori vengono a farci visita direttamente dall'alba dei tempi.

(recensione di Maria Silvia Sanna )


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