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Luigi Sardiello debutta come regista con il film "Piede di Dio", coniugando il cinema con un mondo difficile, quello del calcio. Il debuttante regista Sardiello è esperto conoscitore delle dinamiche comunicative che strutturano il messaggio cinematografico. Autore di numerose sceneggiature e saggi sul cinema, direttore responsabile della rivista di cinema ed audiovisivi FILMAKER's magazine, docente di Teorie e Tecniche della Scrittura presso la Facoltà di Scienze della Comunicazione dell'Università di Roma "La Sapienza", è anche amministratore delegato della casa editrice e cinematografica Bunker Lab. Detto questo, il suo debutto come regista non poteva deludere, anzi Sardiello realizza un'opera che coglie con disinvoltura un messaggio intriso di freschezza, amarezze, illusioni ed anche tanti spontanei sorrisi. Siamo nell'estate |
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del 2006, Michele Corallo (un bravissimo Emilio Solfrizzi) é un talent-scout che batte la costa del Salento in cerca di giovani talenti calcistici. E lì, in quell'angolo meraviglioso di terra salentina, Michele incontra Elia (Filippo Pucillo, giovane attore, di cui ricordiamo la straordinaria bravura interpretativa in "Respiro" e Nuovomondo" di Emanuele Crialese) che calcia la palla con un piede da "Dio". Elia ha un lieve ritardo mentale, |
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forse causato da un disagio familiare, per l'assenza del padre. Nonostante ciò, Elia non sbaglia mai un calcio di rigore. Elia è l'asso nella manica di Michele! Con lui, Michele è certo che riscatterà tutti i suoi fallimenti passati. Dalla terra salentina i due partono alla volta di Roma, dove inizierà per entrambi un nuovo e difficile viaggio della speranza. Contrasti, compromessi, delusioni, non regaleranno ai due l'auspicato sfolgorante successo, ma la comprensione che nella vita contano veramente quei valori comuni, unici per la conquista di una felicità semplice e serena. "Piede di Dio" è una storia di sofferenze interiori, di disagi, di nati perdenti, che però non si arrendono e seguono ogni raggio di luce che li investe e li incanta. Calciare un pallone è vivere un momento di gioia e di entusiasmo condiviso con compagni di squadra. Ma può anche essere frustrazione e avvilimento, quando in gioco c'è il potere, interessi economici e il dilagante mondo della corruzione. Sardiello ha avuto il coraggio e la capacità di raccontare l'Italia misera, mentecatta e furbacchiona attraverso la metafora del calcio. Ambienta il racconto nel 2006, anno di calciopoli e della vittoria dell'Italia nei mondiali in Germania. Contraddizioni feroci che denunciano un mondo, quello del calcio, infido. Eppure il calcio è per le giovani leve del Sud d'Italia una speranza di ribaltamento da una vita di stenti e sacrifici. Un Sud, come la terra salentina, che offre paesaggi incantevoli, colorati e pittoreschi, terra che Elia lascia alla volta di Roma, caotica ed assordante, dove spesso soccombe ad atti di esasperazione convulsa, ma. luogo di speranza futura. "Piede di Dio" è un film illuminante. Un indice puntato sui molteplici interessi che sostanziano il mondo calcistico e le sue celebrità, fenomeni con un "piede da Dio", osannati come divinità quando colpiscono in porta e dimenticati quando considerati ormai superati. Solfrizzi e Pucillo reggono praticamente con maestria tutto il film. Grande merito soprattutto a Filippo Pucillo che nel difficile ruolo di giovane ritardato, riesce a caratterizzare un personaggio carico di un'umanità spontanea e verace.
(di Rosalinda Gaudiano)
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