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Finalmente anche l’Italia
si decide a parlare
di uno dei suoi tanti
talenti, il jazzista
Luca Flores, morto
suicida nel 1995 prima
di compiere 40 anni.
La pellicola è
desunta dalla biografia
del musicista, "Il
disco del mondo"
di Walter Weltroni.
Egli si appassionò
alla sfortunata vita
del grande pianista
dopo aver ascoltato
"How far can
I Fly", la sua
ultima struggente
incisione. Il film
si apre con le immagini
della famiglia Flores
in Africa. Il padre
è un famoso
geologo ed è
sempre via per lavoro,
sua moglie ne soffre
profondamente e il
piccolo Luca sembra
l’unico ad accorgersene.
Poi il destino irrompe
con violenza e la
madre muore in un
incidente stradale
sotto gli occhi dei
suoi bambini. E’
l’inizio della
fine. La famiglia
si separerà
per non riunirsi mai
del tutto, Luca dopo
essersi diplomato
a pieni voti al conservatorio
diventerà un
apprezzatissimo pianista |
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jazz.
Il suo
talento
lo porterà
in tourneè
con
Chet
Baker
e avrà
una
vita
intensa
e ricca
di passione;
ma il
fantasma
di quella
terribile
fatalità
vissuta
a soli
8 anni
lo condurrà
pian
piano
verso
un baratro
senza
via
di scampo.
Riccardo
Milani
dirige
la sua
nona
pellicola
parlando
di un
personaggio
che
nella
sua
vita,
malgrado
l’immenso
genio
musicale,
non
ha mai
voluto
essere
al centro
delle
scene
e non
ha mai
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rincorso il
successo a
tutti i costi.
Un Luca Flores
schivo, ermetico
e a tratti
spaventato,
tutto negli
occhi inermi
di un superlativo
Kim Rossi
Stuart. Bravissimi
anche gli
altri attori,
a partire
da Paola Cortellesi,
l‘interprete
di Barbara
Flores, sorella
di Luca nonché
la persona
che gli fu
più
vicina in
vita; brava
anche Sandra
Ceccarelli
nel ruolo
di una figura
materna emblematica,
fondamentale
per l’esito
tragico della
vicenda. Convincenti
le interpretazioni
di Jasmine
Trinca (per
la seconda
volta fidanzata
di Kim Rossi
Stuart sul
set) e di
Michele Placido,
un padre assente
e silenzioso.
La colonna
sonora è
composta da
alcuni brani
di Luca Flores
eseguiti dal
suo allievo
Stefano Bonelli,
non solo jazz
ma anche musica
classica,
la prediletta
del padre
di Luca. Un
film di grande
carica emotiva
che tiene
lo spettatore
incollato
alla poltrona,
rendendolo
impotente
di fronte
al dramma
esistenziale
del protagonista.
L’ultima
mezz’ora
è un
crescendo
di dolore
che ci conduce
verso un destino
tragico già
scritto, un
‘autodistruzione
impossibile
da impedire.
Non si tratta
di un lungometraggio
musicale,
né
tantomeno
dell’esaltazione
di un musicista,
questa è
la toccante
storia di
un uomo qualunque
con un fardello
troppo grande
da portare
per il suo
fragile temperamento,
un uomo dotato
di un enorme
talento, dono
che purtroppo
non è
riuscito a
salvarlo dai
suoi demoni
interiori.
(recensione
di Moira
Chiani )
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