PAUL - RECENSIONE
 
locandina Paul
Locandina "Paul"

Paul - recensione

 
Immaginate due amici bamboccioni, appassionati di fantascienza, in vacanza negli States per visitare i luoghi legati agli avvistamenti extraterrestri. Immaginateli in viaggio su un vecchio camper, attraversare il deserto e nei pressi della mitica Area 51 imbattersi proprio in un extraterrestre, Paul appunto. E immaginate la loro faccia quando Paul, in perfetto inglese, in modo burbero e sboccato, chiede di aiutarlo a fuggire dalla base militare per far ritorno a casa, come se fosse la cosa più normale del mondo. Se vi siete mai domandati perché gli extraterrestri sono stati sempre rappresentati allo stesso modo, e cioè col corpo piccolo, la testa enorme e gli occhi grandi fuori dalle orbite, ebbene Paul è la risposta. Semplicemente perché l’iconografia classica entrata dagli anni ’50 in avanti a far parte dell’immaginario collettivo è  
 
basata sulle sue sembianze. Gadget, t-shirt, borse, libri, fumetti, film e telefilm. Non a caso. E’ lui ad aver suggerito a Spielberg Incontri ravvicinati del terzo tipo ed E.T., lui l'ideatore di X-Files. Diretto da Greg Mottola, già regista di Suxbad e Adventurland, e scritto e intrepretato da Simon Pegg e Nick Frost, Paul (cui presta la voce Seth Rogen) riunisce probabilmente il meglio della comicità di derivazione anglosassone   recensione Paul
oggi in circolazione, riuscendo magistralmente a porsi a metà strada tra prodotto indipendente e prodotto mainstream cogliendo le migliori opportunità dell'uno e dell'altro: può sfruttare la potente macchina produttiva hollywoodiana con le ricchezze e i mezzi di cui dispone senza rinunciare alla creatività personale, libera, sfrontata e politicamente scorretta. Completano il cast Jason Bateman e Sigourney Weaver, oltre a Bill Hader, Joe Lo Truglio e Kristen Wiig, personaggi ricorrenti nei film di Mottola e di tutto quell'universo comico cinematografico che ha nel vertice della piramide Judd Apatow. Coniugando commedia e science-fiction, Paul è un divertente viaggio on the road che trova nei dialoghi serrati e nelle situazioni surreali tra lo sgamato alieno e il duo di amici un po' boccaloni, più che in una trama dall'andamento abbastanza elementare, il suo selling point, sempre in bilico tra il demenziale e il sentimentale, la parodia autoreferenziale e un senso ecumenico di tolleranza e amore interraziale. Presentata in anteprima nazionale alla tredicesima edizione del Future Film Festival di Bologna, la pellicola si è aggiudicata la menzione speciale della giuria (che gli ha preferito il cartoon made in Japan No longer human di Morio Asaka) per, tra le altre cose, la perfetta interazione tra animazione digitale e live action. Verissimo anche se non si può certo dire che sia una novità.

(recensione di Mirko Nottoli )


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