PARTO COL FOLLE - RECENSIONE
 
locandina parto col folle
Locandina "Parto col folle"

parto col folle - recensione

 
Dopo l’exploit di “Una notte da leoni”, in attesa di “Una notte da leoni 2”, il regista Todd Phillips tenta di bissare il successo con questo “Parto col folle”, ricalcandone lo stesso canovaccio all’insegna del “vale tutto”, e riproponendo lo stesso Zach Galifianakis nelle vesti di mattatore scombussolato e stordito . Se là era l’addio al celibato in quel di Las Vegas lo stereotipo su cui innestare le disavventure di un gruppo di amici, qua è il più classico dei viaggi on the road di un’altrettanto classica “strana coppia” obbligata da un singolare caso del destino a dover stare insieme per forza. Un po’ (molto) “Un biglietto in due”, un po’ “Prima di mezzanotte”, nel lungo viaggio tra Atlanta e Los Angeles, all’architetto Robert Downey Jr. che deve arrivare a destinazione assolutamente prima che la sua compagna partorisca, succede di  
 
tutto e di più: gli sparano, due volte, viene arrestato, viene fermato alla frontiera del Messico, viene fatto evadere dentro una roulotte, si sfracella in auto da un cavalcavia, fuma erba, si beve le ceneri del padre del compare scambiate per caffè, picchia un bambino, sputa in faccia ad un cane, assiste all'amico che si masturba in macchina prima di addormentarsi. All'appuntamento in sala parto   recensione parto col folle
arriverà sporco e insanguinato, con un braccio ingessato, una pallottola in una gamba e le manette ai polsi. Eppure, nonostante tutte le rocambolesche peripezie che la pellicola allinea una di seguito all'altra, “Parto col folle” appare viziato da tutti i difetti che caratterizzano irrimediabilmente quelle operazioni troppo pianificate a tavolino. E cioè: mancanza di spontaneità, immediatezza, un sentore di già visto e di già sentito, la sensazione di un respiro affannoso anche quando si vuole ostentare brillantezza e tempi comici serrati. Zach Galifianakis si spende più del dovuto ma noi gli preferiremo sempre John Candy. Non è colpa sua. Sempre perfetto invece Robert Downey Jr. anche quando afferma di non essersi mai drogato in tutta la sua vita. Cammei per Jamie Foxx e Juliette Lewis. Colonna sonora con Neil Young e Pink Floyd, tra gli altri. E comunque il Gran Canyon toglie sempre il fiato.

(recensione di Mirko Nottoli)


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