PARIGI
 
locandina parigi

recensione parigi

 
L’ex ballerino del Moulin Rouge Pierre scopre di avere problemi di cuore e che forse gli rimane poco da vivere. È l’occasione per riavvicinarsi alla sorella Elise, che si trasferisce da lui insieme ai suoi tre figli. A partire da loro, si intrecciano altre storie nei dintorni del loro quartiere e di altre zone di Parigi. All’ombra della Tour Effeil osserviamo le vite di un gruppo di fruttivendoli, tre modelle, un professore universitario in crisi professionale e affettiva, suo fratello architetto di mezz’età alle prese con le gioie di un paternità tardiva, un immigrato clandestino del Camerun che cerca di arrivare a Parigi dove l’attende il fratello, la titolare di un forno e i suoi dipendenti … Dopo Ognuno cerca il suo gatto, Cédric Klapisch torna ad esplorare Parigi ed i suoi abitanti ancora una volta ricorrendo alla coralità, alla casualità degli incontri in una città che riesce nono-  
 
stante tutto a mantenere una dimensione di quartiere, con il mercato rionale dove ancora si va a fare la spesa tutti i giorni, pur essendo una grande metropoli in continuo sviluppo (l’architetto Philippe sta costruendo i nuovi edifici della Facoltà di Biologia Denis Diderot sulla Rive Gauche e dalle finestre dello studio medico del cardiologo di Pierre si vedono palazzi in costruzione a perdita d’occhio). Klapisch conce-   recensione parigi
pisce storie di vita quotidiana, ora comiche ora drammatiche, più spesso tragicomiche, con personaggi malinconici eppur affascinanti, ironici, splendidamente recitati da un gruppo di attori eterogenei per età, carriera, etnia, stili di recitazione, dalla star internazionale Juliette Binoche, alla giovane de "La Schivata" Sabrina Ouazani al veterano Fabrice Luchini all’attore feticcio di Klapisch Romain Duris. Pur in una sceneggiatura sostanzialmente equilibrata nel dosare il balletto di incontri fra i personaggi in una Parigi meravigliosamente fotografata da Christophe Beaucarne, a volte si ha come la sensazione che Klapisch metta troppa carne al fuoco, come nell’episodio che riguarda il giovane Benoît e la sua fuga dal Camerun, e comunque alla lunga il film risente un po’ di una durata eccessiva. Parigi si conclude con una carrellata in macchina attraverso la città che, insieme alla seduta dall’analista di Luchini (più il suo balletto davanti alla studentessa di cui si è invaghito) e lo spogliarello improvvisato di Juliette Binoche, vale l’intero film.



(di Chiara Cecchini )


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