PA-RA-DA
 
locandina parada

recensione parada

 
Opera prima di Marco Pontecorvo, apprezzato direttore della fotografia (“L’ultima legione” e “Eros”, tra i suoi molti film) e figlio d’arte del celebre Gillo (“La battaglia di Algeri”, “Kapò”…), “Pa – ra – da”, presentato nella sezione Orizzonti dell’appena conclusasi Mostra del cinema di Venezia, è una pellicola che riprende la straordinaria esperienza di Miloud Oukili, un clown di strada di origine franco-algerina che, arrivato in Romania nel 1992, tre anni dopo la fine della dittatura di Ceausescu, si trovò di fronte ad una situazione davvero spiacevole: quella dei bambini dei tombini (detti “boskettari”) che, abbandonati da tutto e da tutti, si riunirono in condizioni estremamente disagiate nella rete dei canali. Duramente colpito dal loro modus vivendi, paragonabile a quello degli animali, Miloud, pur osteggiato dalla  
 
polizia rumena e finanche da alcuni assistenti sociali, fece di tutto per aiutarli, insegnando loro l’arte circense e successivamente allestendo veri e propri spettacoli che ancora oggi porta in giro per l’Europa. Un tema dunque piuttosto serio e delicato per un debutto dietro alla macchina da presa (anche se va ricordato il precedente cortometraggio “Ore 2: calma piatta”), svolto però con grande arguzia e sensibilità, attraverso   recensione parada
un uso quasi costante della camera a mano (che dà un taglio decisamente documentarista alla vicenda) e delle luci naturali. È chiara la lezione neorealista che sta alla base del film, con tanto di attori non professionisti scelti per impersonare i “boskettari” e con la tendenza preponderante alla restituzione della realtà in tutto e per tutto, senza scadere nel patetismo o nell’eccessivo. In questo modo Pontecorvo riesce veramente a presentare uno spaccato della gioventù rumena, un ritratto duro e drammatico scaturito da un’esperienza diretta (anche lui ha dormito nei canali, come Miloud) che si palesa in particolare nella messa in scena di alcuni aspetti significativi, come ad esempio la presenza continua dei cartoni di colla o vernice, utilizzati come droga dai ragazzini, che trovano nello stordimento l’unico alleviamento ad una vita difficile, nella quale furti, prostituzione e violenza sono gli unici veicoli per la sopravvivenza. Nonostante la durezza dell’argomento però, “Pa – ra – da”, non solo lascia fuori campo tutti i momenti di brutalità (mai rappresentati esplicitamente davanti agli occhi dello spettatore), ma riesce addirittura a strappare un qualche sorriso, dimostrando le notevoli capacità del regista, abile nell’emozionare e nel mantenere al contempo una misura non proprio comune. Un film dunque estremamente interessante, valido sia per il messaggio che contiene sia per il modo in cui questo viene presentato. Un esordio di alto livello che ci consegna un autore sul quale puntare fermamente. Consigliato!



(di Sergio Grega )


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