Terra , ad esempio) e godranno appieno dell'umorismo surreale, assurdo, insomma, non scontato. Ma i bambini si divertiranno altrettanto? Pensiamo di sì, la storia ha un ritmo elevatissimo, i protagonisti sono molto spassosi, e forse sono proprio loro, i bambini, ad essere i più vicini al mondo di
Panico al villaggio che ignora e sovverte la logica e la fisica. La trama è semplice: Cowboy e Indiano ordinano 50 mattoni per costruire un barbecue da regalare a Cavallo, per il suo compleanno. Incidentalmente, l'ordinazione lievita a 50.000.000. Lo tsunami di terracotta sommerge la casa di Cavallo, distruggendola. Bisogna ricostruirla, non prima però di aver attraversato il centro della Terra, il Polo, gli abissi marini, all'inseguimento di alcuni ladri che hanno sottratto a Cavallo le mura della casa appena ricostruite. Non avevamo mai visto un cartone animato coi personaggi di plastilina, anzi, a dirla tutta, abbiamo accuratamente evitato i vari
Pingu ,
Galline in fuga o
Wallace e Gromit . Eppure, dopo un iniziale spaesamento (non riuscivamo a comprendere quale dei personaggi stesse parlando), ci siamo sentiti come a casa. Affascinati dall'estetica volutamente retrò e, apparentemente, di bassa qualità. Meravigliati dall'immaginario senza confini dei due autori, Aubier e Patar. Purtroppo, questo film esce in un periodo dell'anno in cui i cinema sono desolatamente vuoti, quindi, con molta probabilità finirà presto nel dimenticatoio (anche se ci auguriamo il contrario). Il pubblico italiano non riuscirà quindi a godere di alcune finezze umoristiche come il cavallo che si addormenta all'impiedi con un cuscino al muro su cui appoggiare la testa, o le mucche che chiedono: "E ora chi ci porta al pascolo?!", in seguito all'arresto del fattore. Forse, detto così, non rende bene l'idea, ma è molto divertente. La forza di
Panico al villaggio , sta nella riscoperta della creatività e dell'immaginazione dell'infanzia, scevra da preconcetti o stereotipi: la fattoria invasa dai mattoni, un cavallo che naviga su internet, la partita a carte dei protagonisti nel mentre stanno precipitando nella lava incandescente, la convivenza delle diverse realtà, la collaborazione tra uomini e animali sono tutti elementi che costituiscono un monito a mettere da parte sovrastrutture mentali e culturali e a tuffarsi nell'irrazionalità dell'infanzia. Certo è sì vero che il confine tra
non-sense e demenzialità è labile, ma, a nostro avviso, siamo di fronte a un piccolo gioiello di comicità.
(di Stefano Bucci)