PADRE PIO
 

padre pio - recensione

 
Dopo le trasposizioni televisive (chi scrive ne ricorda almeno un paio diverse con Castellitto e Placido nei panni del frate), approda sul grande schermo e presto in dvd, la versione a cartoni animati adatta a un pubblico meno avvezzo al “realismo” eccessivo delle fiction tv. Della biografia di Padre Pio non c’è molto da aggiungere che non sia di dominio pubblico. Ebbe un’infanzia povera caratterizzata da una salute cagionevole e un gran desiderio di misticismo che lo portò a entrare in convento per diventare frate francescano. Uomo di carisma, ha sicuramente rappresentato un enigma sia per la Chiesa (dopo averlo aspramente osteggiato, corse ai ripari beatificandolo giusto qualche anno fa) sia per la scienza che tentò di spiegare il fenomeno delle stimmate e delle visioni che lo assillarono sino alla fine dei suoi  
 
giorni. Va detto che biografie, racconti, memoriali lo consegnano alla storia come una persona dalla incrollabile fede, dedita alla vita spartana e ai bisognosi, con spigoli di durezza e volubilità nel carattere. Il lungometraggio animato sostiene il progetto “San Pio da Pietralcina opera della chiesa”. La resa e la realizzazione dei disegni è disadorna: il colore è piatto, scarno di sfumature e i dialoghi, quasi  
elementari. Per intenderci uno stile alla “Heidi”. Le intenzioni dei registi Orlando Corrado e Jang Chol Su sono dichiaratamente quelle di creare un lavoro che possa spiegare ai bambini la complessa figura del Frate con concetti molto semplici (anche fin troppo perché diventano semplicistici) mettendo al centro l’operato altruistico e le difficoltà che dovette affrontare. Ogni mondo ha i suoi eroi. F(r)ate vobis.

(di Daniela Losini )

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