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recensione p.s.
i love you
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Dalle pagine dell’omonimo
romanzo di Cecelia
Ahern che ha goduto
di un grande favore
di pubblico, Richard
LaGravenese sceneggia
e dirige una struggente
e brillante commedia
sentimentale, che
patisce pur non uscendone
a pezzi, l'eccessiva
durata. Mette in scena
un rapporto amoroso,
sviscerandone gli
aspetti più
umani tenendosi alla
larga da pesanti derive
romanzate e vischiose
romatincherie in saldo.
Hilary Swank, una
presenza/certezza
sullo schermo e che
scarpine milady, contro
ogni buon senso (soprattutto
quello di burbera
mamma chioccia Katy
Bates) sposa un adorabile
faccia-da-schiaffi,
Gerard Butler a suo
agio nel ruolo (ah,
quando canta le rime
dei “The Pogues”).
Il verosimile litigio
iniziale trascina:
è realistico
e non banale, battute
a raffica e frasi
in punta di fioretto.
Lo scenario cambia
a causa |
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di una
intempestiva
tragedia
(non
stiamo
svelando
segreti
di ordito
perché
i trailer
in circolazione
vi han
già
detto
tutto)
e la
protagonista
cerca
di sopravvivere
a dispetto
di una
vedovanza
prematura
e un
grande
amore
impossibile
da rimpiazzare
ed espellere.
E' così
che
al primo
compleanno,
senza
il compagno
della
vita,
riceve
una
lettera.
Sarà
la prima
di una
lunga
serie
che
egli
stesso
scrisse
prima
di morire |
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e che la vorrebbero
condurre verso
una bizzarra
elaborazione
del lutto.
Gli ingredienti
doc ci sono
tutti: ironia,
sarcasmo e
cruda sincerità
dall'infatuato
amico nichilista,
solidarietà
e affetto
dalle amiche
(Lisa Kudrow
e Gina Gershon
ciniche e
caustiche
come te le
aspetteresti),
erotismo dal
belloccio
con la chitarra
e la guinness,
ricordi e
lacrime condivise,
scene da un
karaoke con
tonfo (passaggio
esilarante),
urne che paiono
oggetti d'arte
moderna. Niente
è lasciato
al caso: tempi
giusti (nonostante
qualche passaggio
troppo dilatato
e ridondanze
di trama)
facce giuste,
tasti giusti.
Dritto al
nostro cuore
di inguaribili
sognatori
alla Liala
del ventunesimo
secolo.
(recensione
di Daniela
Losini )
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recensione del
film "p.s.
i love you"! |
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