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ORTONE
E IL MONDO DEI CHI |
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L’ottimo libricino
del Dottor Seuss poteva
essere materia d’ispirazione
innovativa, delicata,
significante. Il racconto,
in un certo senso,
rappresenta, per i
bambini, quello che
“Il mondo di
Sofia” è
per gli adolescenti:
un primo, timido,
divertito e acuto
approccio alle grandi
domande su destino,
verità, senso.
La vicenda dell’elefante
Ortone che contro
ogni pregiudizio e
miopia (nell’accusa
di corruzione delle
giovani menti riecheggia
la vicenda stessa
di Socrate) lotta
per salvare il mondo
dei “Chi non
so” (contenuto
in un granello aggrappato
ad un fiore) era infatti
occasione, nel libro,
per affrontare le
delicate questioni
su mondo, universo,
diversità,
esistenza. Di tutto
questo resta, nell’animazione,
niente più
che l’intelaiatura
generale. Ed è
un peccato (oltre
che un’occasione
malamente scialacquata).
I registi |
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Hayward
e Martino
optano,
infatti,
per
una
scelta
improntata
(pesantemente)
alla
parodia,
all’ironia
fracassona
e caricaturale,
svuotando,
di fatto,
la messinscena
di qualsiasi
credibilità
(e quindi
poesia,
e quindi
senso).
Così
anche
sequenze
che
potevano
rivelarsi
suggestive
(Ortone
alla
disperata
ricerca
del
fiore
giusto
tra
i milioni
che
formano
un’infinita
distesa
rosata)
sono
ridotte
a sghignazzo,
ad ammiccamento
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televisiveggiante
(qui sottolineato
da un ralenti
superfluo
e del tutto
nocivo). Così
anche intuizioni
innovative
(mescolare
grafica 3D
con disegno
a mano) vengono
sperperate
in inutili
e frenetici
tentativi
di parodizzazione
(in una di
queste sequenze
si fa il verso,
in modo peraltro
assai poco
divertente,
dell’animazione
giapponese:
che sia un’involontaria
ammissione
d’inferiorità?).
E certo non
aiutano la
versione italiana
le voci dei
doppiatori:
su tutti quella
di Christian
De Sica per
Ortone, che
si abbandona
continuamente
a gridii romanescheggianti,
espressioni
dialettal-pubblicitarie,
gigionescherie
varie. Un’occasione
persa, appunto.
Ma anche la
riprova che
lavori come
“Ratatouille”
sono caso
raro, accidente
involontario,
fortunato
e solitario
squarcio in
un universo
animato americano
per lo più
semplicemente
(e volgarmente)
alla ricerca
del più
vasto (e pagante)
consenso possibile.
(recensione
di Mattia
Mariotti
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e il mondo dei
Chi"! |
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