le percezioni che i bambini hanno di questi ruoli, si assiste alle loro ansie, difficoltà, compiacimenti, esternando alla lettera il loro “sguardo” soggettivo sul mondo degli adulti. Anche se il film non si articola su una sceneggiatura studiata a tavolino, c’è comunque un’impostazione scenica che dirige i piccoli attori nella recitazione, costringendoli ad interpretazioni non del tutto spontanee. In pratica risultano ben riusciti

nell’impatto scenico i gruppi degli agricoltori, degli insegnanti e forse i più accreditati ad una recitazione schietta e naturale sono i bambini che sostengono la performance dei “circensi”. Globalmente bisogna dare merito alla regista Françoise Marie di aver realizzato un buon lavoro, che può considerarsi un valido documento d’indagine introspettiva infantile, che Marie coglie dietro una mdp, intervenendo anche con interviste dirette, mentre i bambini empaticamente si riflettono, agendo nel gioco, nelle figure genitoriali. A tratti i bambini mostrano una certa rigidità nell’espressione recitativa, quasi fossero intimoriti dal set scenico appositamente preparato. In sintesi vi sono vari elementi positivi che concorrono alla buona resa del prodotto, come l’ottima tecnica delle inquadrature e la fotografia.