RECENSIONE - NOWHERE BOY
 
locandina nowhere boy
Locandina "Nowhere Boy"

recensione - nowhere boy

 
Non tutti conoscono John Lennon così personalmente; non sanno che rapporti avesse con la sua famiglia, a partire da quello di amore-odio verso la madre e verso la zia, i due opposti punti di riferimento della sua infanzia e dell’adolescenza. Non è facile, poi, esordire con un film ben fatto come questo: soprattutto per quel che riguarda la struttura della storia e i personaggi. La trama si svolge a ridosso della maturità di John, nel periodo in cui riscopre il rapporto con sua madre incrinato dall’infanzia. La zia, infatti, si prende cura di lui: gli vuol bene come a un figlio, pur mostrandosi burbera e apprensiva sino al ridicolo. Gli ricorda perennemente di inforcare gli occhiali, che John si toglie non appena ha varcato la porta di casa. Fossero tutte di questo peso le ribellioni di John, non sarebbe mai diventato quel John  
 
Lennon che la madre incosciente sognava e gli ripeteva ad alta voce, per convincere lei stessa e lui: l'incontro con il rock'n'roll, la passione per Elvis e la voglia di emergere dal comune, rappresentate con discrezione e il fascino della musica rock primitiva, permettono al protagonista di crescere e scoprire le sue radici e regalano allo spettatore 98 minuti piacevoli e frizzanti. Ben riuscita è la contrapposizione tra la   recensione nowhere boy
madre e la zia di John, i due poli opposti tra cui oscilla la vita del ragazzo, il suo affetto, e tra cui – suo malgrado – non dovrà scegliere.


(recensione di Paolo Ottomano)


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