NOTORIOUS
 
locandina Notorious

recensione Notorious

 
"Notorious", il film, racconta l'unicità di un uomo, un individuo camaleontico tanto nella vita quanto nell'arte, capace di lasciare in eredità tante storie ma anche momenti vissuti di rara intensità e passione. La rapida ascesa al successo, secondo le testimonianze di chi lo conosceva bene, in primis il trio di produttori della pellicola, ha lasciato un segno indelebile per i giovani appassionati di rap ma anche, e soprattutto, per i neri dei quartieri poveri d'America che hanno visto in lui un esempio di riscatto o una vera e propria guida. La madre stessa, coproducendo il film, ha voluto che fosse fatta luce sulla vita di Christopher, senza censure o straordinarie esaltazioni, rendendogli omaggio per il coraggio sempre dimostrato, per la capacità di vivere senza ipocrisie, accettandosi anche nei suoi difetti. Figura  
 
camaleontica, capace di essere contemporaneamente un duro rapper di strada, un tenero padre e amante, così come uno spacciatore in cerca di denaro o, semplicemente, un cocco di mamma, Notorious B.IG. rimane senza dubbio una delle figure artistiche più enigmatiche della storia del pop e non solo. Gli stessi titoli dei suoi unici due album "Ready to die" e "Life after Death", suonano   recensione Notorious
evocativi e testimoniano quanto un ragazzo di ventiquattro anni si sentisse già "vissuto" dopo aver conosciuto una vita cruda e appassionata. I versi dei suoi rap dominano la pellicola, esprimono una poesia post-moderna, pura e diretta, capace di illustrare in pochi minuti un mondo, un quartiere, uno stile di vita. Forse la scelta registica di dare al film un impronta stile videoclip finisce per banalizzare e rendere ridondante la narrazione, così come la sceneggiatura non riesce ad evitare le insidie della didascalia; sicuramente l'importanza avuta dalle amanti nella vita di "Biggie", il ruolo morale della madre, i numerosi amici che lo hanno sempre supportato, la rivalità con Tupac, più in generale, l'intensità delle vicende che hanno caratterizzato la sua esistenza, non rappresentavano una sfida semplice. Sarebbe stata tuttavia funzionale qualche scelta visiva o di racconto meno basata sui dialoghi, una capacità di sintesi registica sulla falsariga dei rap veloci e vibranti del protagonista. Tra l'altro la versione in italiano, senza i sottotitoli, non permette di comprendere a fondo i testi delle canzoni, tanto importanti in alcuni momenti del film. Bello, vero e forte il finale: qui si che si sente lo strazio e l'amore di Voletta Wallace, che continuerà a sentir vivere il figlio atraverso le sue parole, nella strada, nelle radio, un po'ovunque a New York.

(di Lucio De Candia)


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