NON PENSARCI
 

recensione non pensarci

 
Presentato fuori concorso alla 64a Mostra del cinema di Venezia, “Non pensarci” è una commedia, con qualche momento drammatico, che ci presenta uno spaccato della quotidianità italiana contemporanea. In particolar modo la vicenda si focalizza sulle disavventure di Stefano Cardini (Mastandrea), un rocker trentaseienne che, tradito dalla fidanzata, decide di tornare all’ovile per cercare un rifugio sicuro. Qui, in realtà, dovrà fare i conti con una serie di rivelazioni e sorprese che lo metteranno a dura prova ma al contempo gli permetteranno finalmente di crescere e realizzarsi. Il plot qui sopra enunciato probabilmente porterà molti di voi a pensare alla solita stereotipata commedia italiana. In realtà “Non pensarci” merita sicuramente molti degli elogi che ha ricevuto in seguito alla proiezione in quel di Venezia. Se da un  
 
punto di vista tematico il film risulta in alcuni punti un po’ limitato e provoca una sensazione di già visto, sul versante ritmico invece ha il merito di tenere incollato lo spettatore attraverso una serie di gag esilaranti e con un ritmo forsennato che, in accordo con il titolo, porta ad un abbandonarsi alla fruizione lasciandosi trasportare. E se a questo si aggiunge una rinuncia pressoché totale a velleità  
autoriali, quanto mai fuori luogo, eccovi confezionato un prodotto di rilievo, molto gradevole e ben strutturato. Parte della riuscita della pellicola è sicuramente da ascrivere all’ottimo cast, all’interno del quale si segnalano il sempre più convincente Valerio Mastandrea, coadiuvato da un irrefrenabile Giuseppe Battiston. Particolarmente efficace si rivela anche la scelta musicale, talmente variegata da presentare contemporaneamente brani indie – rock americani e italiani, alcune arie della Traviata di Verdi, un notturno di Chopin e persino Agnese di Ivan Graziani. E così per circa un’ora si ha la sensazione di trovarsi di fronte ad un piccolo gioiello quasi privo di difetti. Sfortunatamente però Zanasi fatica nel chiudere il cerchio e scivola proprio nel finale arrivando ad una conclusione che non convince appieno e lascia un po’ di amaro in bocca. Se si esclude però questa piccola caduta di tono, “Non pensarci” è in grado di soddisfare tutte le pretese iniziali, divertendo con una leggerezza e una grazia non comuni nel cinema italiano degli ultimi anni.


(recensione di Sergio Grega )

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