declino, si ritrova suo malgrado coinvolto nella vita del piccolo Mirko e della sua bella e scapestrata mamma (Aylin Prandi), e, spinto dal suo improbabile agente Enrico Pignataro (Sergio Rubini), cercherà di volgere l’insolita situazione a suo vantaggio. Completano il cast – apparentemente – ricco, Giorgio Panariello e la sempre grande (anche se non qui) Anna Proclemer. Tante sono le pecche di questo

film, in primo luogo il non aver saputo sfruttare la bravura dei suoi attori. Da Salemme, che sembra non voler ‘osare’ una critica più decisa a quella discutibile tendenza che ha preso piede nel nostro paese (il successo ad ogni costo, l’abbattimento dei confini tra realtà e finzione, la sovrapposizione di sfera pubblica e privata), a Rubini, imprigionato in un ruolo ripetitivo e presto noioso, passando per Panariello, che ha trasferito nel contenitore sbagliato alcune sue tipiche gag prettamente televisive. Il lieto fine previsto e prevedibile affonda del tutto la pellicola, ma è solo la goccia che fa traboccare un vaso già pieno dopo appena dieci minuti.