il loro "81/2 personale" e allora nessuno linciò i due registi. Marshall infatti parte sia dal film di Fellini sia dal musical di Kopit e Yeston per realizzare una sua personale visione di ciò che significa avere a che fare con il processo di creazione artistica. Per Marshall la fantasia e la creatività sono simboleggiate da numeri musicali impeccabili, costumi caleidoscopici e sfarzose sequenze di ballo. La mente da cui partoriscono queste oniriche e lussureggianti visioni è quella di Guido Contini, regista italiano geniale, un pò Fellini e un pò Marcello Mastroianni che imita Fellini, interpretato dallo straordinario Daniel Day-Lewis. A circondare il maschio alfa Contini, una galleria di donne bellissime e dalla forte personalità: la moglie Luisa, la dolcissima Marion Cotillard, l'amante Carla, la focosa Penelope Cruz, la musa ispiratrice Claudia, la divina Nicole Kidman, la fedele collega Lilli, la veterana Judi Dench, la mamma, il mito Sophia Loren, la giornalista insinuante Stephanie, la frizzante Kate Hudson, e la prostituta Saraghina, la prorompente cantante Fergie. Un cast di altissimo livello che si concede generosamente ed energicamente al pubblico, in numeri musicali ampiamente riusciti (su tutti "Be italian" cantato da Fergie, che dimostra come essere cantanti di professione faccia la differenza, e "Take it all" interpretato con grande intensità da Marion Cotillard) e altri meno (parzialmente inutili ai fini della storia e purtroppo poco coinvolgenti i camei di Sophia Loren e Nicole Kidman). Il risultato non è così scontato come si potrebbe pensare: l'opera di Marshall infatti non è un musical classico, i numeri musicali sono pochi e non mandano avanti la storia, creando un'atmosfera di sogno ad occhi aperti, di trance estemporaneo contrapposto ad una grigia e frenetica realtà. Un mix che sicuramente non piacerà ai detrattori del genere musicale ma che lascerà disorientati anche gli amanti del musical. E invece la forza del film sta proprio qui: il ritmo lento per un musical, le continue riflessioni del protagonista, la natura introspettiva dei numeri musicali che fungono da catarsi per Contini, creano l'illusione di un circo, di un'avventura nel labirinto della mente di una persona che per vivere si nutre di sogni e che crea sogni.
Nine è un discorso originale e non scontato su che cosa vuol dire creare, soprattutto al cinema: bellissime infatti la scena iniziale e finale del film. Con i suoi continui salti temporali, l'alternanza tra bianco e nero e colore, i sofisticati numeri musicali e le grandi interpretazioni di tutto il cast
Nine è sicuramente una pellicola di alto livello, che merita una più approfondita analisi. Divertenti le comparsate di alcuni degli attori più in vista del cinema italiano contemporaneo (Ricky Tognazzi, Valerio Mastrandrea, Elio Germano, Remo Remotti, Martina Stella, Monica Scattini) in ruoli secondari.
(di Valentina Ariete)