NESSUNO MI PUO' GIUDICARE - RECENSIONE
 
locandina nessuno mi può giudicare
Locandina "Nessuno mi può giudicare"

recensione

 
Che anno florido per la commedia italiana! Alcune avevano il fiato corto (il dittico brizziano Maschi contro femmine e Femmine contro maschi), altre hanno avuto un successo inaspettato, e talvolta immotivato (Benvenuti al Sud e Che bella giornata), e altre ancora sono state un giubilo di freschezza per i nostri standard (Immaturi); Nessuno mi può giudicare, opera prima di Massimiliamo Bruno (già co-autore dei film di Brizzi, nonché attore nella serie Boris) appartiene a quest’ultima categoria. Alice (Paola Cortellesi) è una donna tanto ricca quanto superficiale, ma, quando improvvisamente rimane vedova e sola con un figlio, è costretta a rivedere drasticamente il proprio tenore di vita. Va a vivere al Quarticciolo, un mondo totalmente diverso da quello dei Parioli a cui è abituata; e, per far fronte a un ingente debito lasciato dal marito e  
 
non vedersi portare via il figlio dai servizi sociali, con non poche titubanze, intraprende il mestiere della escort. Nessuno mi può giudicare è un ritratto leggero e spesso irriverente, ma mai superficiale, dei problemi della società contemporanea, dallo scontro di etnie alla crisi economica. Alice è l'emblema di chi nell'Italia di oggi è costretta a piegarsi al compromesso. Certo, considerando il finale,   recensione nessuno mi può giudicare

potremmo quasi dire che le ragazze di Via Olgettina (o chi le ha precedute sulle pagine dei quotidiani), degli attuali fatti di cronaca politica, siano in un certo qual modo giustificate. Ma non parliamo di politica; questa non è né la sede né ci pare giusto offuscare un bel film come questo, dando spazio ad altro. Torniamo a noi: Nessuno mi può giudicare è, prima di tutto, un film scritto. I personaggi sono ben caratterizzati e Bruno dimostra di conoscere perfettamente i tempi della commedia. Sì perché, e non ci stancheremo a dirlo, in questo film si ride molto. Ma Bruno vuol raccontarci anche altro: di Giulio (Raoul Bova), gestore di un internet point i cui clienti abituali sono cingalesi, indiani, senegalesi, cinesi che, puntualmente, non pagano; di Eva (una bravissima Anna Foglietta), escort di professione, cui è affidato un divertente monologo-affresco su come comportarsi coi clienti tipici delle prostitute d'alto bordo (“ Se incontri un politico di destra, tu ridi sempre, perché loro si credono molto simpatici; se incontri un politico di sinistra, tu annuisci sempre, perché a loro piace sentirsi intelligenti ”); del Presentatore di un programma tipo Stranamore , che strilla e non ha alcun riguardo per i sentimenti altrui. Nessuno mi può giudicare contrappone il calore dei quartieri degradati e multietnici al gelo della Roma benestante. Quando Alice rimane senza casa, tutti i suoi amici si dileguano, e l'unico che gli dà una mano è Aziz (Hassani Shapi), cameriere pakistano maltrattato da Alice all'inizio del film. Nonostante l'ambiente fatiscente e sporco del Quarticciolo, i suoi abitanti fanno dell'amicizia, della solidarietà e del rispetto la loro ragione di vita. Infatti, Alice capirà la “bellezza” di quel quartiere quando il figlio le dirà di essere contento lì. Grazie a questa tragica esperienza Alice incontrerà tanta gente nuova (come la coppia di coatti composta da Lillo e Lucia Ocone) e imparerà il vero significato dei rapporti sociali disinteressati e del sacrificio. Il film è venato da una comicità irriverente (perlopiù in bocca a Rocco Papaleo), gag geniali (su tutte quella di Fausto Leali) e citazioni che strappano la risata (Papaleo che rifà la celeberrima scena di Moretti in Ecce Bombo , e lo scontro a suon di luoghi comuni tra Bova e Papaleo sulla falsariga di Fa la cosa giusta di Spike Lee). Su tutti, indubbiamente il personaggio più divertente è Rocco Papaleo, portiere dello stabile in cui Alice va ad abitare: razzista, integralista, ignorante e politicamente scorretto. A momenti di vera e sana ilarità, si alternano sentimentalismi dalla lacrima facile, ma funzionali alla crescita del personaggio di Alice, quindi del tutto motivati. Forse ci possono essere delle pecche qua e là, non tutto è sempre giustificato (perché Eva è diventata una escort? Perché il bambino di Alice ha dato un cazzotto a un compagno?), ma se ci soffermassimo su queste, vorrebbe dire vivisezionare il film e non godere appieno della totalità della pellicola, che è una delle migliori commedie dell'ultimo decennio. Insomma, Nessuno mi può giudicare è un film dove si ride tanto, ci si commuove, ma fa anche riflettere sul valore dell'amicizia. Stra-consigliato.


(recensione di Stefano Bucci)


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