NERO BIFAMILIARE
 

nero bifamiliare recensione

 
Federico Zampaglione, musicista e leader dei Tiromancino, firma con “Nero bifamiliare” il suo esordio alla regia di un lungometraggio, dopo aver girato alcuni videoclip di successo. Una commedia noir che racconta le vicende di Marina (Claudia Gerini) e Vittorio (Luca Lionello), una coppia che, nel tentativo di dare una svolta alla propria vita, acquista, indebitandosi, una villa all’interno di un comprensorio dal nome invitante, Valle Serena. Tutto sembra corrispondere alle loro aspirazioni, una bella e grande casa, i nuovi mobili, la stanza dei bambini che arriveranno, il giardino con le rose che ornano la siepe. C’è tutto quello che si può desiderare, ma oltre la siepe ci sono anche i vicini, una coppia composta da Slatko (Emilio De Marchi) e Bruna (Anna Marcello), lui rumeno dai modi un po’ troppo invadenti, e lei che, secondo il portiere  
 
del comprensorio, Carmine (Ernesto Mahieux), offre i suoi servizi in un motel per camionisti. L’amore per i vicini si sa è cosa rara, e in questo caso il carattere invadente della “strana coppia” e le aspirazioni borghesi di Vittorio e Marina entrano subito in contrasto complicando le rispettive esistenze. Al punto che quando la casa dei due italiani viene svaligiata i sospetti si addensano su Slatko e Bruna, subito sottoposti  
alla maniacale sorveglianza di Vittorio che, ossessionato dall’idea, perde il contatto con la realtà fino a perdere anche il suo lavoro di assicuratore un po’ truffaldino e a mettere in crisi il suo rapporto con Marina, la quale oltretutto deve vedersela con una madre ansiosamente nevrotica (Cinzia Leone). Alla fine tutto si risolve per il meglio come è giusto in una commedia che usa i toni leggeri per mettere in campo però temi molto attuali come la paura per il “diverso” e i valori piccolo-borghesi messi in crisi dall’irrompere dell’imprevedibile. C’è molta carne al fuoco in “Nero bifamiliare”, e non sempre è cotta a puntino. La sceneggiatura, dello stesso Zampaglione e di Rudolph Gentile, rimane un po’ troppo in superficie nel rendere i caratteri dei personaggi. Claudia Gerini (nella vita compagna di Zampaglione) in alcuni momenti gigioneggia un po’ troppo col suo personaggio, anche se si conferma attrice versatile. Luca Lionello è bravo nel passare dai toni comici a momenti drammatici senza far perdere credibilità al non eroe che interpreta. Bravi anche i personaggi di contorno, ma il tutto è un po’ ferraginoso. Si tratta comunque di un film gustoso che lascia intravedere le capacità narrative del regista che, nonostante i difetti d’esordio, fanno ben sperare per il futuro.

(recensione di Claudio Montatori )


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