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recensione nemico pubblico N.1
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Il 13 marzo esce nelle sale italiane "Nemico pubblico n. 1, l'istinto di morte", gangster story con Vincent Cassel e Gerard Depardieu, quinta pellicola diretta dal regista francese Jean François Richet. Il film è la prima parte di un dittico tratto dal romanzo autobiografico L'istinct de mort di Jacques Mesrine, leggendario fuorilegge francese degli anni '60 e '70. Mesrine - un Cassel in gran forma, capace di repentini cambi di maschera, da marito e padre affettuoso a maliardo puttaniere, da buontempone ad atroce assassino - riceve la sua iniziazione alla violenza in Algeria, nel 1959, dove milita nell'esercito francese e impara presto a sparare a bruciapelo senza troppi scrupoli. Abbandonato l'esercito, Mesrine torna a Parigi, dove fa coppia con l'amico Paul (Gilles Lellouche) in piccoli "lavoretti in nero", per lo più furti |
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in ricche abitazioni. Paul presenta Mesrine a Guido (Gerard Depardieu), oscuro "padrino" dell'Organizzazione dell'Armata segreta con cui Mesrine allaccia un sodalizio criminale e una solida amicizia. Nel 1961, durante una vacanza in Spagna conosce Sofia (Elena Anaya), se ne innamora, la sposa e inizia con lei una vita matrimoniale a Parigi, addolcita presto da una bambina. Mesrine tenta di redimersi
e trova |
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lavoro in un istituto tecnico dove costruisce plastici di progetti ingegneristici. A causa di difficoltà economiche il suo datore di lavoro lo licenzia e Mesrine ricade nel baratro della vita da fuorilegge, che infine lo conduce all'esperienza del carcere. Di nuovo libero, abbandona la moglie e si accompagna con la dark lady Jeanne Schneider (Cecile De France) con la quale vola a Montreal, in Canada. Qui la coppia trova lavoro nella villa del milionario disabile Deslaurier: licenziati dopo soli tre mesi, organizzano il suo rapimento. Ma il colpo fallisce e i due fuggono in Texas, dove, braccati dalla polizia vengono arrestati ed estradati in Quebec: 15 anni di carcere per lui, 10 per lei. Imprigionato in un istituto penitenziario di massima sicurezza, Mesrine sopravvive a mesi di isolamento e di torture, finché, con l'aiuto di alcuni compagni di carcere, riesce ad evadere insieme all'amico Jean Paul Mercier (Roy Dupuis), membro dell'esercito di Liberazione del Quebec. La polizia canadese dichiara Mesrine "nemico pubblico numero 1", per lui inizia una vita da latitante. Una regia efficace penetra con precisione chirurgica nell'animo di Mesrine, spinto da un insanabile istinto di morte a consumare nel crimine la sua vita e i suoi affetti, indifferente ai sentimenti di chi lo circonda. Né il denaro, né il potere sono i moventi delle sue gesta: piuttosto la gloria e le prime pagine dei giornali, ma, su tutti, un'irresistibile attrazione verso il Male. Suggestivi i primi fotogrammi del film in cui, l'azione viene scomposta in più riquadri con temporalità differita e con angolo differente: del resto una scritta in sovraimpressione ha appena avvertito che la storia è narrata da uno dei tanti possibili punti di vista. Una sceneggiatura compatta e una convincente prova interpretativa di Cassel costruiscono un efficace incantesimo filmico e narrativo, nel quale i 110 minuti di pellicola scorrono con fluidità. L'aspetto di Cassel, nudo ed emaciato, nella cella d'isolamento del carcere sarà solo un ricordo nella seconda parte del lavoro - "Nemico pubblico n. 1 L'ora della fuga", nei cinema dal 17 aprile - dove l'attore apparirà ingrassato di 20 chili.
(di Daniele Piccini )
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