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A quante gravidanze
abbiamo assistito
nella storia del cinema?
più o meno
travagliate, più
o meno bizzarre (ricordate
“Junior”,
di Reitman, in cui
incinta restava poco
meno che Schwarzenegger),
ma quasi nessuna è
passata inosservata.
Evidentemente lo spettatore
cinematografico si
sente un complice
divertito e commosso
del miracolo della
vita, per il solo
fatto che sta guardando:
in fondo anche lui
è metaforicamente
in attesa. Ora cosa
succede quando un
regista irriverente
come Judd Apatow (“40
anni vergine”)
si fa carico di tale
tematica? Succede
che nascono commedie
totalmente deliranti.
“Molto incinta”,
con un'idea di base
semplicissima, riesce
a divertire per quasi
due ore con una comicità
schietta, sboccata
e goliardica. Ben
Stone (Seth Rogen),
nullafacente fattone
incallito, incontra
in un locale |
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l’ambiziosa
(e bellissima)
Alison
Scott
(Katerine
Heigl),
conduttrice
di un
programma
televisivo.
Dopo
qualche
bicchierino
i due
si ritrovano
a letto:
patatrack!
Il risultato
è
una
gravidanza
che
nessuno
dei
due
vuole.
Detto
così
può
sembrare
una
tragedia
ma è
solo
l’inizio
di una
sequenza
di situazioni
rocambolesche
e di
gag
esilaranti,
con
dei
testi
al limite
dell’assurdo.
Molte
le citazioni
cinematografiche,
volontariamente
inserite:
da |
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“Spiderman”,
“Star
Wars”,
a “Ritorno
al futuro”
(fortissimo
il discorso
tenuto al
ristorante
fra Ben suo
cognato Pete,
sulla mitica
De Loréan).
A dispetto
della sinossi
abbastanza
semplice,
il film tratta
in maniera
anche intelligente
la presa di
coscienza
di una giovane
coppia americana:
prima o poi
il momento
di crescere
arriva per
tutti, a prescindere
dall’arrivo
o no di un
figlio. Si
tratta, dunque,
di accettare
quelle responsabilità
dalle quali
entrambe fuggivano.
Logicamente,
l’impresa
si fa più
ardua se si
è abituati
a passare
il tempo a
fumare erba
e a vedere
hard movies,
come il nostro
caro protagonista.
Al suo secondo
film Apatow
cresce, creando
una commedia
finalmente
leggera ma
nel senso
più
profondo e
positivo del
termine. Si
ride molto,
finalmente,
senza ricorrere
alla volgarità
esplicita
di certi titoli
precedenti
e soprattutto
con una durata
“degna”.
Le battute
fracassone
e autoironiche
di lui, le
paranoie di
lei, le stranezze
del mondo
psichedelico
degli amici
disadattati,
i continui
rimandi al
cinema e in
ultimo una
colonna sonora
particolarmente
azzeccata,
contribuiscono
a far scorrere
i 129 minuti
senza che
questi si
trasformino
in un “travaglio”.
Siete avvertiti,
la gravidanza
può
anche rivelarsi
un'esperienza
terribilmente
divertente.
(recensione
di Massimiliano
Micci )
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incinta"! |
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