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recensione misure straordinarie
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La lotta ostinata di un padre per salvare i suoi due figli colpiti da una rara e incurabile forma di malattia genetica. Morbo di Pompe si chiama, una patologia che impedisce all'organismo l'assunzione di zuccheri deteriorandone i neuroni midollari. Ci riuscirà, solo grazie all'aiuto dello scienziato Robert Stonehill, personaggio scorbutico ed eccentrico le cui teorie sul morbo di Pompe sono considerate le più all'avanguardia dall'intera comunità scientifica. Ma una teoria da sola non basta, bisogna metterla in pratica, trovare i fondi, trasformarla in un medicinale, avviare la sperimentazione e infine produrre il farmaco. Chi pensa che la lotta sia contro la malattia si sbaglia, la lotta vera sarà con le industrie farmaceutiche e si svolgerà più su numeri e margini di profitto che a colpi di scoperte e sistemi terapeutici. E' ovviamente tratto da una |
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storia vera (alla base di Misure straordinarie c'è il libro, The cure, di Geeta
Anand) e ciò basta a tener desta l'attenzione. Siamo dalle parti de L'olio di Lorenzo ma con meno pathos e minor sapienza drammaturgica. Sembra tutto facile, nonostante le misure straordinarie del titolo, tutto a portata di mano, come un generatore comprato in ferramenta. Anche gli orchi cattivi, impersonati dagli amministratori delegati di
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multinazionali senza scrupoli, fanno poca paura. Come se i protagonisti sapessero fin dal principio come sarebbe andata a finire, non si percepisce mai la loro disperazione, vuota e senza speranza, il senso di sconfitta, inevitabile in certi frangenti, il senso d' impotenza contro le ingiustizie del destino e della società (ben più intollerabili le seconde rispetto alle prime). Sarà che nell'olio di Lorenzo c'erano Nick Nolte e Susan Sarandon che erano un fascio di nervi e qui ci sono Brendan Fraser e Keri Russell, lui con quella faccia un po' così, che ai nervi ha sostituito l'adipe, lei con quella faccia un po' colà, e pochissime frecce al suo arco. Per fortuna c'è anche Harrison Ford, finalmente bravo in un ruolo a lui confacente. Cinico e disilluso, senza peli sulla lingua, sbraita e combatte, sa essere duro e sensibile, sa dove mettere lo zucchero e dove toglierlo sennò rischia di diventare molesto.
(di Mirko Nottoli )
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