verà
la risposta
nell’amico
Mario (Luca
Zingaretti)
che lo ‘inizierà’
alla dottrina
fascista.
E mentre Accio
si iscrive
al Movimento
Sociale, Manrico
diventa il
leader della
sinistra giovanile
di Latina.
La contrapposizione
tra i due
aumenta, arrivando
anche alla
stessa donna,
Francesca
(Diane Fleri).
Una vita fatta
di scontri
e di botte,
soprattutto
in famiglia.
Accio e Manrico
crescono e
lottano su
fronti opposti.
Si scontrano
spesso, sebbene
ci sia una
certa complicità.
Un film onesto
e sincero
che non descrive,
ma racconta
con semplicità
l’esperienza
della prima
generazione
italiana che
‘subiva’
la gioventù.
L’impegno
politico era
un modo per
socializzare,
incontrarsi
e trovare
un proprio
posto nel
mondo. Spesso
si sbagliava,
ma a prendere
il sopravvento
erano il fascino
della lotta
e la volontà
di contare
qualcosa.
“Ho
cercato di
non lavorare
troppo sulla
ricostruzione
storica, –
dice il regista
– ci
interessava
molto di più
raccontare
la storia
di quelle
persone. Per
questo ho
lasciato molta
libertà
agli attori
di fare –
ride –
quello che
volevo io”.
Ottime infatti
le interpretazioni
di Elio Germano,
Riccardo Scamarcio
e Luca Zingaretti,
punte di diamante
di un cast
davvero ‘in
parte’.
Una scommessa
vinta quella
di Luchetti
che, nonostante
alcuni brevi
momenti didascalici
e qualche
piccola superficialità,
con la storia
di Accio ci
racconta anche
la storia
di quell’Italia.
(recensione
di Sara
Sagrati
)