MATERIAL GIRLS
 

recensione material girls

 
Hilary Duff, la Lizzie McGuire del fortunato serial Disney, e sua sorella Hayle, desideravano da molto tempo lavorare insieme. Cantanti, attrici e abituate alle luci della ribalta ormai da molto tempo, nonostante la loro giovane età, credono fortemente in questo film. In Material Girls, diretto dalla regista del delizioso "Rosa Scompiglio e i suoi Amanti", Martha Coolidge, le due sorelle recitano al fianco della grande Anjelica Huston, dell'ex bambino prodigio di "Witness - Il testimone" Lukas Haas e di Brent Spiner l'indimenticabile Data di "Star Trek: the Next Generation". Tutti elementi che potrebbero far pensare ad una commedia simpatica e ben fatta, ma che purtroppo non si rivela tale. Ci sono due sorelle, che sono anche sorelle nella vita, la cui unica preoccupazione è quella di essere vestite alla moda e  
 
andare alle feste più in, cosa che viene il dubbio accada anche nella realtà. In pratica un film delle gemelle Olsen, ma con le sorelle Duff. In America, le gemelle Ashley e Mary Kate Olsen hanno messo in piedi un enorme impero economico girando, poco più che adolescenti, una serie di film distribuiti direttamente per l'home video su giovani e intrapendenti ragazze che usano la loro propensione per la moda e i  
bei ragazzi al fine di risolvere ridicole detective story o complicate storie amorose tra persone adulte. Le sorelle Duff fanno la stessa cosa in questo film, dove, ispirandosi al modello proposto da Julia Roberts in Erin Brockovich, si improvvisano investigatrici private per riavere la propria fortuna economica e riabilitare il buon nome del padre e della Marchetta Cosmetics (che si legge Marscétta). Il respiro è proprio quello di un prodotto per adolescenti senza troppe pretese che raggiunge l'unico scopo di essere una semplice sciocchezzuola. Ed è un peccato vedere la sempre brava Anjelica Huston prestare il suo talento nella creazione dell'inutile e fastidioso personaggio di Fabiella, la concorrente e nemica della Marchetta. Che sia proprio una marchetta, tanto per sfruttare le potenzialità della lingua italiana? Certo le intenzioni erano buone: mostrare alle adolescenti che essere belle e alla moda non è tutto nella vita. Solo che per far passare questo "nobile" messaggio, ci vengono mostrate due ragazzine viziate che dopo essere state raggirate, dopo aver incendiato la propria casa, dopo essersi fatte rubare la macchina da sotto al naso perchè convinte di aver lasciato le chiavi a dei posteggiatori di fronte alla casa della propria domestica, la prima cosa di cui si preoccupano è di come vestirsi e di come fare ad andare ad una festa. Due ragazze talmente sveglie che dopo aver visto e rivisto per tutta la vita un documentario girato su loro padre, non si sono nemmeno accorte che quelle stesse immagini, assolutamente riconoscibili, sono state riutilizzate per contraffarre le prove che lo incastrano e che le hanno gettate dalle stelle alle stalle. Almeno le gemelle Olsen avevano la buona creanza di far uscire certa roba solo in home video. Più note come cantanti, amatissime dalle adolescenti di tutto il mondo, Hilary e Haylie per l'occasione si concedono anche il divertimento di incidere una cover del successo di Madonna che dà il titolo al film e che funge da sottofondo ai titoli di testa. Senza contare che Hilary, proprio come hanno già fatto Britney Spears e Jennifer Lopez, proprio in questi giorni, sta lanciando in tutto il mondo il suo personale profumo. Il profumo, si perdoni il gioco di parole, di marchetta (che in questo caso si legge marchetta) sembra sempre più insistente.


(recensione di Sara Sagrati )

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