MARIO IL MAGO
 
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recensione mario il mago

 
A quattro anni di distanza dal primo capitolo arriva al cinema il nuovo episodio del demone rosso dal temperamento impetuoso e incontrollabile, ma amante dei gattini, “Hellboy: The Golden Army”. A dirigere l’eroe più inaspettato del mondo dei fumetti è ancora una volta il messicano Guillermo Del Toro, regista visionario (“Il labirinto del fauno”, “La spina del diavolo”) qui anche in veste di sceneggiatore e co-autore del soggetto. Nato tra le pagine del fumetto creato da Mike Vignola edito dalla Dark Horse, Hellboy (Ron Perlman) torna più duro, muscoloso e incompreso di prima, insieme con la pirocinetica fidanzata Liz Sherman (Selma Blair) e l’amico anfibio Abe Sapien (Doug Jones), tutti già visti nel primo film. Effetti speciali ancora più spettacolari, uniti alla visività e alla fantasia unici, che  
 
contraddistinguono Del Toro, accompagnano lo spettatore in un mondo sotterraneo che affonda le sue radici nelle fiabe tradizionali, in un regno fantastico ormai decaduto, tra mostri, elfi, troll e fatine dei denti. Cosa potrebbe accadere se l’antica tregua tra l’umanità e i figli originari della terra dovesse rompersi? Così, proprio nel tentativo di salvare una volta per tutte il genere umano dalla crudele e distruttiva vendetta del   recensione mario il mago
terribile principe Nuada, Hellboy sarà chiamato a confrontarsi non solo con un nuovo nemico, ma anche con le sue origini più profonde, con il suo presente ancora instabile, e con un destino cupo non ancora del tutto scritto. Difficile dire se in mezzo a scazzottate, duelli, dialoghi spacconi e mostri d’ogni sorta sia facilmente percepibile il senso che attraversa, come un filo sottile, l’intera pellicola: il continuo dilemma tra l’essere e l’apparire, il volersi accettare come si è, il non voler adeguarsi agli standards impostici dagli altri, il saper guardare al di là del proprio naso. Comunque sia, “Hellboy: The Golden Army” è qualcosa di più dell’ennesimo film tratto dall’universo dei fumetti, e il demone con le corna spuntate e gli occhi d’ambra ci conduce in un mondo di cui, finite le due ore, vorrete saperne di più.



(di Valentina Ariete )


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