MARIE ANTOINETTE
 

marie antoinette recensione

 
Marie Antoinette, terzo film del già premio Oscar per la migliore sceneggiatura, Sofia Coppola, è una rilettura della vita di Maria Antonietta d'Asburgo. Promessa sposa di Re Luigi XVI, l'ingenua Maria Antonietta viene gettata nel turbine dell'opulenta corte francese e costretta ad una vita fatta di scandali e congiure di palazzo. La giovane regina, sola, senza una guida, disorientata in quel mondo tanto pericoloso, riesce alla fine a trovare il modo di ribellarsi all'atmosfera di Versailles, passando così alla storia come la regina francese più incompresa. La prima parte della pellicola è perlopiù una rappresentazione per immagini del trasferimento di Maria Antonietta da Vienna alla reggia di Versailles. Salta subito all'occhio la cura prestata ai costumi (e non potrebbe essere altrimenti, la curatrice è Milena Canone-  
 
nero, di cui abbiamo già ammirato il lavoro in Barry Lyndon) e la fotografia di Lance Acord: pulita, essenziale ma non per questo poco suggestiva: l'iniziale viaggio da Vienna al confine francese, in mezzo ai boschi in pieno autunno è davvero affascinante. Ma la vera sorpresa del film è il commento musicale: davvero originale (e comunque azzeccatissima) l'idea di utilizzare brani di artisti come i New Order, i Cure, i Bow wow  
wow e addirittura gli Strokes. Il risultato è un senso di freschezza ed originalità che pervade tutto il film e che aiuta lo spettatore nel seguire la parabola di Maria Antonietta. La difficoltà principale di un film del genere, incentrato su un personaggio la cui storia è nota, risiede infatti nel mantenere sempre viva l'attenzione dello spettatore. Sofia Coppola riesce benissimo nel compito, grazie ad una sceneggiatura viva e ad una prova di regia sapiente. I momenti di "pausa" sono resi speciali ora dalle musiche, ora dalle incantevoli location: il film è stato girato nei luoghi dove i fatti storici si sono realmente succeduti. Sofia Coppola ha dichiarato che prima ancora di scrivere il copione non riusciva a immaginare altri se non Kirsten Dunst nel ruolo principale. Visto il risultato, non possiamo affatto darle torto. La bellezza sbarazzina e solare della Dunst appare perfetta per il ruolo che la Coppola le ha cucito addosso. La storia, lungi dall'essere la mera sequenza della vita della regina, ha un carattere molto intimista e la giovane attrice fornisce una prova eccellente, direi quasi inaspettata, riuscendo a trasmettere benissimo le sensazioni di una quattordicenne strappata dalla sua realtà e trapiantata in un'altra molto più sofisticata. Lo scontro con la nuova etichetta è inizialmente esilarante, poi le difficoltà della protagonista, specie nel rapporto col goffo Luigi XVI (interpretato da Jason Schwartzman, anche lui calatosi alla perfezione nella parte), risulteranno davvero frustranti. Seguiremo così Maria Antonietta nel corso della sua maturazione, per accorgerci assieme a lei che, proprio nel momento in cui diventa donna la sua parabola comincia la fase discendente, sino ai noti fatti della rivoluzione francese. Questo terzo lavoro conferma che Sofia Coppola ha ereditato dal padre un grosso talento: il film è ben scritto, ben recitato (ah! occhio alla nostra Asia Argento: una divertentissima madame Du Barry) e convincente anche negli elementi "di contorno". Consigliato a tutti.
(di Amedeo Scalese )

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