Angela sulla sua vita, sul suo matrimonio, sulla sua famiglia, sul suo paese, Gemma ritrova sì se stessa da giovane ma anche l'Italia della sua giovinezza, l'Italia degli anni '50 appena uscita dalla guerra, l'Italia dei sentimenti genuini e della voglia di costruirsi un futuro. Bondi riesce a tratteggiare con finezza e con pochi, leggerissimi tocchi, senza scadere nella banalità o nell'eccessivo sentimentalismo, queste affinità così come viene affrontata con discrezione la questione degli anziani lasciati soli dalle loro famiglie (complice anche la presenza del veterano Ugo Chiti come sceneggiatore).
Mar Nero è anche un film di attori, anzi di attrici. Protagonista immensa è una Signora delle scene come Ilaria Occhini che fa di Gemma un personaggio memorabile, tra occhiate fulminanti e sorrisi improvvisi pieni di affetto e fiducia; all'inizio aspra e tagliente come lo stretto dialetto fiorentino con cui si esprime, la Occhini rende poi tutta la sensibilità e la dolcezza di Gemma modulando ancora una volta quello stesso dialetto, ora ironico e affettuoso. Non le è da meno la giovane attrice romena Dorotheea Petre, che deve affidarsi praticamente solo alle proprie espressioni riflesse sul volto. L'interpretazione della Occhini è stata giustamente premiata al Festival di Locarno.
(di Chiara Cecchini)