Nespolo. Il confronto con il romanzo sorge spontaneo; è comunque evidente che l'intento dell'autore è riportare lo spirito della storia, liberamente tratta, e sacrificare un po' di fedeltà a beneficio della credibilità, in un contesto così diverso ma simile per certi aspetti. Le differenze più evidenti, infatti, sono l'assenza del di lupini, sostituiti realisticamente ma un po' in fretta da un generico “affare da ventimila euro”; l'identità

di Alfio, immigrato clandestino marocchino; il motivo per cui ‘Ntoni, il protagonista, lascia la famiglia – il servizio di leva è sostituito dal cercarsi un lavoro al Nord. L'impressione generale, a conti fatti, è quella di una storia troppo leggera per il nome che si porta sulle spalle, ed è un peccato: sembrava promettere bene fin dall'introduzione del tema, raccontato al pubblico, e dalle riprese in stile documentaristico che accompagnano gli immigrati sulle coste siciliane e valorizzano il paesaggio mozzafiato. Con un altro titolo, forse, e con meno aspettative, si sarebbe potuta apprezzare di più, nonostante il realismo e la bravura della maggior parte degli attori, quasi tutti non professionisti.