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recensione ma
che ci faccio
qui!
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Pare che sul lavoro
di regia del giovane
Francesco Amato, sia
il caso di dire: il
buongiorno si vede
dal mattino! Autore
di vari cortometraggi,
Francesco Amato vince,
nel 2001, il Premio
Jameson e Kodak al
Torino Film Festival
ed il Premio della
FICE al Festival Visioni
Italiane di Bologna,
con il corto “Figlio
di penna”, che
viene selezionato
al Cannes Film Festival
2002 per la sezione
“La semaine
de la critique”
e distribuito per
un anno negli USA
dal NICE. Con il documentario
“Questa è
la mia terra”,
del 2002, Amato vince
il Premio Eurac al
Festival “Border
Lands” di Bolzano
ed il Premio del Pubblico
al Festival di Videopolis
a Padova. Nel 2003
con il corto “Autoritratto”,
prodotto dal Centro
Sperimentale di Cinematografia,
Francesco Amato vince
il Belgrado Film Festival
Award, come miglior
regia, il Premio Short
Villane per la distribuzione |
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al Bra
Short
Film
Festival
ed il
Premio
della
Stampa
ai Nastri
d’Argento
italiani.
“Ma
che
ci faccio
qui!”
è
il primo
lungometraggio
di Francesco
Amato,
che
gira
assieme
ad altri
studenti
del
Centro
Sperimentale
di Cinematografia,
con
una
sceneggiatura
scritta
a più
mani.
Film
schietto
e godibile,
“Ma
che
ci faccio
qui!”,
attraverso
le peripezie
adolescenziali
di Alessio
(Daniele
De Angelis),
riesce
molto
be-
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ne a cogliere
la forza e
l’impeto
con cui i
giovanissimi
affrontano
i desideri,
le aspirazioni
ed i problemi
legati all’età.
Alessio è
un ragazzo
estremamente
fattivo, con
un’energia
positiva e
coinvolgente.
Purtroppo
al viaggio,
da lui organizzato
per attraversare
l’Europa
con i suoi
amici, Alessio
non partecipa
perché
bocciato!
Gli amici
partono…
ma, Alessio
non demorde.
Ignorando
la volontà
dei suoi genitori,
decide di
scappare in
groppa al
suo motorino,
alla volta
delle sognate
città
europee. Da
qui il film
percorre le
varie fasi
emotive del
giovane avventuriero,
che si rivela
forte e determinato
nell’affrontare
le avversità
quotidiane.
Sullo scenario
del litorale
laziale, approdato
allo stabilimento
multicolorato
e quasi surreale
de “la
Serenella”,
Alessio incontra
Tonino (Paolo
Sassanelli)
e Martina
(Chiara Nicola),
persone a
dir poco particolari,
che riuscirà
a conquistare
con la sua
onestà
di bravo ragazzo.
Il viaggio
di Alessio,
che si blocca
gioco forza
a “La
Serenella”,
si colora
di esperienze
forti ed emozionanti,
del gusto
del nuovo
e del mai
provato, come
d’altronde
ogni viaggio
dovrebbe avere.
Il film si
regge sulla
performance
di Alessio,
egregiamente
interpretata
dalla personalità
decisa, ironica
ed anche un
po’
buffa di Daniele
De Angelis,
spontaneo
e molto professionale.
Da non dimenticare
l’interpretazione
del sempre
più
bravo Paolo
Sassanelli,
che riesce
a vestire
i suoi personaggi
di quella
maschera umana,
caratterizzandoli
nella loro
unicità.
Ennio Morricone
ultimamente
ha ribadito
che un film
acquista la
sua concretezza
nella scrittura
narrativa,
quando la
valida mano
del regista
riesce a coordinare
il tutto nel
messaggio
finale complessivo.
Congratulazioni
a Francesco
Amato, perché
in “Ma
che ci faccio
qui!”,
ci è
riuscito.
(recensione
di Rosalinda
Gaudiano
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che ci faccio
qui!"! |
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