LOVE GURU
 
locandina the love guru

recensione love guru

 
Mike Myers, Justin Timberlake, Jessica Alba, Verne Troyer. Tanti personaggi tanto antipatici tutti insieme in una volta sola non erano facile da trovare. A questi aggiungeteci pure anche Ben Kingsley il quale gode dai tempi di Gandhi di un singolare equivoco: quello di essere scambiato per un bravo attore. Per dirla alla Tommaso Labranca la simpatia di "Love guru" è gradevole come la scoperta di possedere già, e in due copie, un dvd comperato a sette euro nel cestone delle offerte. Mike Myers sugli scudi: protagonista, sceneggiatore e produttore. Fa tutto lui perché dubitiamo che qualcun altro altrimenti glielo lascerebbe fare. Per chi si chiede come mai negli Usa abbia tanto successo e in Italia no, si guardi questo "Love guru" e forse capirà, imbarazzante farsa su un santone indiano impegnato a risolvere i problemi  
 
amorosi/spirituali delle star cialtrone di Hollywood. Che sia vestito da Krishnamurti o da Austin Powers l’insopportabile espressione da ebete è sempre la stessa. Il doppiaggio in italiano, in un mix di dialetti ed espressioni gergali di non comprovata provenienza, completano degnamente il quadro. Basta l’intro per capire che si può tranquillamente uscire dalla sala e andare a soffrire altrove. Impazza ormai   RECENSIONE LOVE GURU
dovunque in tutte le salse Justin Timberlake qui in versione canadese truzzo superdotato fan di Celine Dion, la quale pensa bene però di mandare una controfigura. Chi insomma possiede ancora un minimo di pudore si è tenuto alla larga, altri che il pudore chissà dove se lo sono dimenticati, come Val Kilmer gonfiato a quattro atmosfere, o Jessica Simpson gonfiata e basta hanno accettato l’invito sottoponendosi all’indecoroso cameo. Cameo anche per il vero guru Deepak Chopra a cui il film ovviamente si ispira (contento lui…), autore di alcuni best seller ormai classici come La via della prosperità, Il cammino verso l’amore o Le sette leggi spirituali del successo. Di queste sette leggi una deve essere per forza: non vergognarsi di niente. Ben più di un Cameo è quello di Ben Kingsley che strabico e flatulente ci regala alcune delle migliori perle viste recentemente sul grande schermo. A proposito di vergogna. Purtroppo il resto è anche peggio.




(di Mirko Nottoli )


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