LOVE + HATE
 

love + hate recensione

 
Dovrebbe far riflettere la spericolata mira altissima che si pone Dominic Savage: mettersi sulla strada percorsa dallo Spike Lee di “Jungle Fever” o dal Ken Loach di “Un bacio appassionato” già di per sé è un azzardo. Proporre una versione edulcorata di “Romeo e Giulietta” versione inglesino xenofobo dei sobborghi e musulmana diciassettenne sotto lo schiaffo familiare, è altro rischio aggiunto. Il risultato è un ondivago e inverosimile fuilleton ambientato là, dove di giorno si lavora in ferramenta con saggi consiglieri come capi e si sogna Londra come luogo di liberazione da tutti i mali. La sera si va in centro (quattro negozi e un pub): ragazze bianche aggressive e sminigonnate che accettano passaggi dagli sconosciuti, specie se pakistani e ragazze “coloured” tenute a freno dai precetti del Corano. Un po’ di cattiva  
 
educazione generata dall’ignoranza, un po’ di schematismo comprovato e un pizzico di “suburbian tale”. Shakerate il tutto e avrete “Love + Hate”. La tragedia è annunciata: resta solo da scoprire chi ne farà le spese e quando avverrà. Qua e là qualche intento pedagogico di troppo e numerosi pretesti per infilare nei dialoghi frasoni a effetto sull’intolleranza-tolleranza reciproca. E scivoliamo lenti verso il  
capolinea, inciampando nella retorica pregiudiziale a buon mercato. Parliamoci chiaro: la convivenza tra esseri umani in toto, al di là delle etnie o delle religioni, è sempre campo minato. Si facciano, dunque, le debite considerazioni. In treno (trenino), il “vissero felici e fuggitivi” nell’agognata conclusione che finalmente libera la platea.

(recensione di Daniela Losini )

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